Quirinale, la partita è ancora aperta. Il Cav: "Aspetto le proposte del Pd"

Berlusconi vaglierà la rosa di nomi presentati dal Pd: "Situazione ancora indeterminata". Bersani vede Monti: "Nome di unità nazionale". Casini: "Pure il Pdl nell'intesa"

Quirinale, la partita è ancora aperta. Il Cav: "Aspetto le proposte del Pd"

"Mi auguro che si elegga il presidente della Repubblica al primo voto. Magari, ma vedo la situazione ancora assolutamente indeterminata". Intervistato dal Tg5, Silvio Berlusconi non nasconde che la partita per eleggere il prossimo inquilino del Quirinale resta ancora piittosto ingarbugliata ma apre ai democratici dicendosi disposto a valutare la rosa di nomi che gli verrà sottoposta: "Aspettiamo indicazioni dal Pd".

Questa sera il leader del Pd Pier Luigi Bersani ha incontrato il premier uscente Mario Monti. Sul tavolo l'elezione del nuovo inquilino del Quirinale. Dopo aver visto settimana scorsa Silvio Berlusconi, il leader del Pd ha sondato il terreno col Professore. Nel corso del colloquio a Palazzo Chigi i due hanno convenuto, in vista delle votazioni in parlamento per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, di ricercare la massima convergenza possibile tra le forze politiche per la scelta di un candidato autorevole che possa rappresentare l’unità nazionale, come indicato dalla Costituzione. Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, però, ha fatto subito notare al segretario democratico che anche il Pdl deve rientrare nell'intesa nazionale. D'altra parte anche questa Sera il Cavaliere si è dimostrato conciliante nei confronti del Partito democratico. "Noi abbiamo chiarito la nostra posizione sin dal primo giorno successivo alla comunicazione dei risultati elettorali - ha spiegato il leader del Pdl - siamo in campo a disposizione per collaborare a un governo che possa provvedere a fare quelle leggi che dovrebbero far ripartire da subito l’economia, invertendo la situazione attuale". Insomma, almeno per il momento, il Cavaliere intende aspettare le indicazioni che gli arriveranno dai vertici di via del Nazareno. Sebbene ci sia chi dice che in realtà non è mai stato programmato, il secondo faccia a faccia tra il Cavaliere e il leader del piddì, in calendario per domani, è saltato. Secondo fonti vicine a via dell'Umiltà, Berlusconi continua a non fidarsi del Pd. I timori nascono dalle differenze interne alla compagine democratica e dalla convinzione che un’intesa possa non reggere alla prova dell’Aula. Il rischio è che, dopo essere arrivati ad un "accordicchio", la scelta bipartisan finisca impallinata dai soliti franchi tiratori. Difficile dunque arrivare ad una convergenza soprattutto al primo scrutinio, più facile ci sia una candidatura di bandiera alle prime votazioni. "Giovedi, venerdì... non sono in grado di dirlo", ha spiegato Bersani - queste cose si chiudono all’ultimo".

In ogni caso resta in pole position il nome di Giuliano Amato, seppur l’ex presidente del Consiglio non sia gradito al Carroccio e ad un’area del Pd. Del resto la "corsa" di Amato non è partita ora, ma da quando fu scelto come presidente del Comitato dei garanti per per la celebrazione dei 150 anni. "È un uomo delle istituzioni che ha sempre difeso la Costituzione", spiegano anche dal Pdl. In via dell’Umiltà si teme che il Movimento 5 stelle possa giocare la carta Romano Prodi che rientra anche nella rosa di nomi di Bersani. "Se arriverà una rosa vorrà dire - riflettono fonti di via dell’Umiltà - che un accordo è possibile. Altrimenti si andrà allo scontro". Chi sta portando avanti le trattative riferisce che ci sarebbe stata in questi giorni anche una telefonata tra Prodi e Gianni Letta. Che anche l’ex premier avrebbe ribadito la convinzione che in ogni caso serva larga convergenza per l’elezione del presidente della Repubblica e numeri certi per un governo. Prodi avrebbe sentito non solo l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ma anche Casini e Monti.

Nelle ultime ore è tornato in auge il nome di Massimo D’Alema, anche lui potrebbe essere nella "lista" del segretario del Pd. Al momento però il Cavaliere assiste allo scontro nel Pd e, sotto traccia, è tornato ad evocare il voto anticipato.

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