È stata scongiurata l'immissione nell'atmosfera di oltre 1 milione e 200mila tonnellate di anidride carbonica ed è stata smaltita una significativa quantità di gas che danneggia lo strato di ozono.
Sono questi i risultati nel 2012 dell'attività di Ecodom, il Consorzio Italiano per il Recupero e il Riciclaggio degli Elettrodomestici, che ha trattato 71.800 tonnellate tra frigoriferi, condizionatori, scalda-acqua, lavatrici, lavastoviglie, forni e cappe, ovveroi cosiddetti RAEE, Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. Un'operazione che ha portato al ricavo di 46.468 tonnellate di ferro, 1.722 tonnellate di alluminio, 1.328 di rame e 5.892 di plastica.
Come se non bastasse l'utilizzo delle materie prime (ferro, alluminio, rame e plastica) ottenute dal riciclo ha consentito lo scorso anno un risparmio energetico di circa 134.000.000 kWh di energia elettrica, rispetto a quanto necessario per ottenere le stesse quantità di materie prime «vergini».
In base ai dati forniti dalla Ecodom è stato possibile anche tracciare una graduatoria delle regioni più virtuose, tra le quali svetta la Lombardia (con 12.250 tonnellate di RAEE trattati, pari a 22.195.000 kWh di energia risparmiata e 203.000 tonnellate di anidride non immesse nell'atmosfera), seguita dal Veneto e dalla Sicilia.
Il Consorzio nel 2012 ha tra l'altro effettuato 32.437 trasporti, rispettando nel 99,9 per cento dei casi i tempi di ritiro concordati tra il Centro di Coordinamento RAEE e ANCI, ma il quantitativo di rifiuti elettrici ed elettronici ritirato e tda Ecodom (circa 71.800 tonnellate, pari a circa il 30 per cento di tutti i RAEE gestiti in Italia) ha subito un calo significativo rispetto all'anno precedente (-17 per cento. Nel dettaglio, Ecodom ha trattato 36.000 tonnellate tra frigoriferi e condizionatori e 35.800 tonnellate del Raggruppamento R2 (altri grandi bianchi), con un calo di ben il 20 per cento sul 2011.
«La diminuzione delle quantità di RAEE gestite dal Consorzio - afferma Giorgio Arienti, manager di Ecodom - deriva in parte dal calo dei volumi di vendita di nuove apparecchiature, che ha portato come conseguenza anche una flessione dei RAEE generati, ma soprattutto dall'accentuarsi del fenomeno del cherry picking: infatti, a causa del protrarsi della crisi economica e dell'elevato valore delle materie prime, si è aggravata la sottrazione dei RAEE più pregiati da parte di soggetti diversi dai Sistemi Collettivi istituiti dai produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Soggetti a volte non autorizzati alla gestione di tale materiale e al trattamento di questi rifiuti in modo ambientalmente non corretto».
Fanalini di coda nella classifica delle regioni più corrette e attente alla questione si sono mostrate la Valle d'Aosta, la Basilicata e il Molise che ha permesso la gestione solo di 61 tonnellate di RAEE pari solamente a 1.800 tonnellate di anidride carbonica risparmiate alla nostra atmosfera.
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