Il premier ha declassificato gli atti relativi alle stragi

Renzi ha firmato la direttiva che declassifica le carte: "Un dovere verso i familiari delle vittime"

Strage di Bologna del 2 agosto 1980
Strage di Bologna del 2 agosto 1980

Matteo Renzi ha posto l'accento sull'importanza di apertura e trasparenza per il governo che guida, spiegando così la decisione di firmare la direttiva che declassifica gli atti relativi ai fatti di Ustica, Peteano, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, della stazione di Bologna e del rapido 904.

La declassificazione degli atti relativi alle stragi è stata firmata alla presenza del sottosegretario Marco Minniti e del direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), Giampiero Massolo. Il presidente del Consiglio ha definito la decisione "un dovere nei confronti dei cittadini e dei familiari delle vittime".

La direttiva permetterà di superare l'ostacolo posto dal limite minimo di quarant'anni previsti dalla legge perché determinati atti possano essere destinati all'Archivio centrale. Il procedimento seguirà un criterio cronologico, partendo dai documenti meno recenti.

Giacomo Stucchi, presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), ha commentando la decisione, dicendo all'AdnKronos che "determinate procedure" dovrebbero "essere usate con raziocinio, secretando il minor numero possibile di atti".

Critica la reazione del Movimento 5 Stelle. Nicola Biondo, responsabile comunicazione del gruppo alla Camera, ha scritto un post sul blog di Beppe Grillo, accusando il premier di dire "balle". Secondo lui "non esistono carte riguardanti le stragi che siano state negate ai magistrati" e "le carte di cui parla Renzi sono quindi desecretate e in molti casi già consultabili".

538em;">Lo stesso sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Marco Minniti, ha però già sottolineato che lo scopo della desecretazione è quello di permettere la ricostruzione storica, non necessariamente di aprire la strada a grandi rivelazioni sul piano giudiziario. "Nella stragrande maggioranza - ha spiegato - si tratta di documenti classificati come riservati".

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