Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.
Come può il giudice Iolanda Apostolico continuare ad esercitare liberamente la sua professione? Siamo sicuri che sia imparziale e non abbia usato la legge per fare politica contro qualcuno? Le sue sentenze possono essere reputate “al di sopra delle parti”? Sono domande lecite, più che legittime che oggi le sue “vittime” si chiedono.
Come Maria Angela Di Stefano, moglie del gioielliere di Nicolosi, Catania, Guido Gianni, condannato l’11 dicembre del 2019 con l’accusa di omicidio volontario per aver sparato e ucciso due dei tre rapinatori che il 18 febbraio del 2008 hanno fatto irruzione nella sua gioielleria aggredendo brutalmente sua moglie Maria Angela.
Per tutti si tratta di legittima difesa ma non per il giudice che lo ha condannato. E sapete chi è il giudice? Iolanda Apostolico. A firmare la condanna a 12 anni e 4 mesi di reclusione (tra gli altri) c’era proprio lei, la Apostolico. La stessa che ha più volte liberato immigrati tunisini e sconfessato il governo Meloni. La stessa che il 25 agosto del 2018 scese in piazza per chiedere lo sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti e protestare contro il ministro Matteo Salvini e i suoi decreti. Le sue leggi.
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Maria Angela Di Stefano oggi giustamente si chiede se la condanna nei confronti di suo marito sia stata imparziale. Giusta. “Ho i miei dubbi” ci confida. Perché? Perché Guido Gianni è stato un simbolo della Lega. La sua storia, infatti, è stata “usata” per promuovere la legge voluta da Matteo Salvini sulla legittima difesa. Poi passata.
Considerando l’attività politica della giudice (scesa in piazza con i centri sociali contro Matteo Salvini) chi può dire alla signora Di Stefano e a Guido Gianni che la sua condanna non sia stata politica, usata per andare contro Salvini che proprio nello stesso periodo stava portando avanti la battaglia sulla legittima difesa?
Il dubbio c’è ed assale la signora Di Stefano che chiede una revisione del processo. “È stato un processo anomalo, è da rivedere assolutamente. Chiedo che mio marito venga rimandato a casa finché non si farà piena luce sulla vicenda. Lui non ha ucciso nessuno volontariamente, i banditi sono venuti nella nostra bottega e noi ci siamo difesi.
Trovo la condanna ingiusta, esagerata”. E voi, non credete sia il caso di riaprire i procedimenti della giudice Apostolico? Controllarli tutti, affinché su nessuna condanna possa esserci l’ombra del sospetto. Un'ombra scura che oggi, francamente, c’è.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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