Sulla riforma del lavoro, il governo Monti incassa l'appoggio e la soddisfazione dell'Unione Europea ma non convince Confindustria e il mondo delle imprese.
"Il governo italiano sta dimostrando forte determinazione e impegno per affrontare la doppia sfida di consolidamento dei conti e crescita, i progressi fatti finora sono straordinari, e cruciale è ora l’adozione da parte del Parlamento della riforma del lavoro attesa da tanto", ha scritto in una nota la Commissione Ue.
Che poi ha previsto che "la piena applicazione delle misure adottate finora consentirà all’Italia di ottenere nel 2013 un consistente avanzo primario e di raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio, quindi ogni riferimento a nuovi sforzi di consolidamento è infondato".
La Commissione Ue ha poi confermato quello che giorni fa aveva detto Monti, a proposito della necessità (paventata dal Financial Times) di una nuova manovra economica.
Nessuna nuova manovra. Il presidente del Consiglio, parlando delle riforme varate dal suo esecutivo, ha spiegato che sono certamente "controverse e difficili da spiegare", ma sono "passi necessari per un’Italia più moderna".
E a proposito dell'articolo 18, Monti ha dichiarato: "Le imprese sono insoddisfatte perché avrebbero voluto la sparizione complessiva della parola reintegro dal panorama: credo che nel tempo considereranno che la permanenza di questa parola è riferita a fattispecie estreme e improbabili".
Per la Commissione Europea è una riforma che ha "l’ambizione di affrontare in modo completo rigidità e asimmetrie della legislazione sulla protezione del lavoro" e che "va verso uno schema di sussidi per la disoccupazione", che "consente di trovare un equilibrio tra flessibilità in entrata e in uscita".
Tuttavia l'Ue ha posto l'accento sul fatto che "è fondamentale che il testo finale della riforma crei un mercato del lavoro più dinamico e inclusivo, anche durante la fase di transizione al nuovo regime".
La riforma non convince invece Confindustria. "Very bad". Così, in un’intervista al Financial Times, il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha definito il nuovo testo sulla riforma del lavoro, tornando a ribadire la contrarietà del mondo delle imprese alla nuova formulazione dell’Art.18: "Il testo è pessimo. Non è quello che abbiamo concordato".
Secondo Marcegaglia, "sarebbe meglio non avere niente, oppure cambiarlo in Parlamento", perché "questa riforma del lavoro non è quello di cui ha bisogno il Paese".
Il vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei ha rincarato la dose: "Il provvedimento presentato ieri però disattende questo spirito e delude profondamente le aspettative del mondo delle imprese".
Tra le novità contenute nella riforma del lavoro c'è quella che stabilisce che il lavoratore che percepisce un assegno di mobilità o di disoccupazione perde l’indennità se non accetta "una offerta di un lavoro inquadrato in un livello retributivo non inferiore del 20 per cento rispetto all’importo lordo dell’indennità cui ha diritto".
Sulla reintroduzione del reintegro è rimasta soddisfatta la
Cgil che in una nota ha dichiarato: "La riconquista dello strumento del reintegro nel caso di licenziamenti economici insussistenti è un risultato positivo che ripristina un principio di civiltà giuridica".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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