"Voi violenti come negli anni '70". E in Regione Lombardia scoppia la rissa

Tutto è nato da una dichiarazione dell'assessore alla sicurezza di Regione Lombardia, Romano La Russa: "La vostra matrice violenta che è quella degli anni Settanta". A quel punto è arrivata la reazione del consigliere del Pd Majorino

"Voi violenti come negli anni '70". E in Regione Lombardia scoppia la rissa
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Si è sfiorata la rissa durante l'ultima seduta del Consiglio regionale della Lombardia: il capogruppo del Partito Democratico, Pierfrancesco Majorino, ha spintonato e strappato il microfono dalle mani dell'assessore alla sicurezza, Romano La Russa, nei confronti del quale si stava discutendo una mozione di censura. Dopo gli interventi delle opposizioni, quest'ultimo rivolgendosi alle opposizioni, ha affermato: "La vostra matrice violenta che è quella degli anni Settanta", per poi sottolineare: "Non c'eri tu, mai tuoi antenati. Che avevano il coraggio di affrontare l'avversario a viso aperto. Tu probabilmente staresti stato dietro ai tuoi amici, nascosto, a indicare quelli cattivi perché non hai nemmeno il coraggio di...", ha proseguito l'assessore. A quel punto l'esponente del governo regionale ha rivolto un'ultima frase al collega, che è stata quella che ha scaturito la reazione definitiva: "Tornatene al Corvetto". Majorino ha raggiunto al banco della giunta La Russa, togliendogli il microfono di mano e spingendolo. I due sono stati poi separati, evitando il peggio, ed è stata sospesa la seduta.

Le reazioni delle opposizioni

L'ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha deciso sia di "censurare" il gesto di Majorino sia di inoltrare "una nota formale al presidente della giunta regionale, in ordine alla inaccettabile reazione fisica nei confronti del consigliere Majorino e alle offensive dichiarazioni nei confronti dei consiglieri di minoranza". La richiesta che perverrà direttamente al governatore Attilio Fontana da parte dell'organo istituzionale del Pirellone è quella di valutare "l'adozione delle misure che riterrà opportune" nei confronti di La Russa "al fine di contribuire al mantenimento di un confronto civile all'interno dell'Aula".

Per Majorino, è stato "allucinante" quello che dice ha dichiarato Romano La Russa, che ha tacciato gli esponenti del Pd di essere "amici dei violenti e figli politici dei violenti. Sono parole per noi non pronunciabili e non possiamo assolutamente ascoltarle". Il capogruppo dem ha poi sottolineato che l'ufficio di presidenza "con anche i consiglieri di maggioranza ha giustamente preso una posizione molto ferma. Ora aspettiamo di ascoltare le parole di Fontana che richiami e metta in riga il suo assessore". Della stessa linea Michela Palestra, consigliera del Patto Civico, che respinge le "provocazioni e insulti" dell'assessore. Il capogruppo dei 5 Stelle, Nicola Di Marco, confida che il presidente Fontana possa assumere le "decisioni necessarie per mettere un freno al debordante atteggiamento dell’assessore La Russa, al fine di ristabilire un clima sereno, di modo che l’aula possa tornare a occuparsi dei problemi dei cittadini".

La controreplica di Romano La Russa

Poco dopo, l'assessore La Russa ha risposto alle critiche e ha spiegato il proprio punto di vista, parlando di "ennesima gazzarra del Pd e delle minoranze conclusa con l'attacco ai banchi della giunta" dove lui stava "rispondendo a una mozione a lui stesso rivolta", e ha definito il tutto un "attacco squadristico, con Majorino che si è avvicinato al mio scranno cercando lo scontro fisico e strappandomi il microfono di mano". L'esponente della giunta lombarda che il tutto sia nato dalla "solidarietà e sostegno ai facinorosi e violenti del quartiere Corvetto" espressi da Majorino e Carmela Rozza sabato scorso.

"Evidentemente c’è qualcuno nel Pd e nel gruppo regionale che vorrebbe emulare i propri padri e i propri nonni dei cosiddetti anni di piombo", ha aggiunto La Russa, secondo il quale "l'assalto violento e il tentativo di aggressione fisica e verbale" da parte dei consiglieri del Pd Majorino e Paolo Romano siano "da condannare e stigmatizzare. L'aula consiliare non è e non deve trasformarsi in un'arena o in un ring".

Poi l'affondo finale: "Sono bravi a offendere e insultare chi non la pensa come loro, ma quando qualcuno gli dice in faccia la verità e ricorda la matrice violenta del comunismo e dei loro epigoni, diventano delle belve con la bava alla bocca". Ringrazianziano l'ufficio di presidenza del Consiglio per aver stigmatizzato e censurato il comportamento di Majorino, Romano La Russa si augura infine che "quanto accaduto oggi non si ripeta più".

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