"Un risultato straordinario di partecipazione politica". Enrico Letta si è lasciato andare al trionfalismo facile. All'atteggiamento tipico di chi esalta per poco, mentre gli altri intorno sorridono imbarazzati. Ispirato dagli esiti definitivi dei congressi di circolo - passaggio intermedio delle primarie Pd - il segretario dem ha infatti celebrato con particolare compiacimento la designazione dei due "finalisti" delle sfida interna al partito: Stefano Bonaccini (attualmente in testa con il 53% delle preferenze) ed Elly Schlein (34,88%). "150 mila persone, iscritte al Pd, sono venute a votare", ha sottolineato l'ex premier, spacciando quel dato come un vero e proprio successo di affluenza. Ma la matematica non è un'opinione: la verità è che la consultazione è stata un flop rispetto al recente passato.
150 mila persone, iscritte al #Pd, sono venute a votare e hanno selezionato #BonacciniSchlein in vista delle #PrimariePD di domenica. Un risultato straordinario di #partecipazione politica, unico in. Siamo orgogliosi della nostra comunità. A domenica!
— Enrico Letta (@EnricoLetta) February 20, 2023
Primarie Pd nei circoli: votanti in calo
Il Pd ha infatti comunicato che nella fase congressuale conclusasi ieri (19 febbraio) hanno votato 151.530 iscritti. Un dato al ribasso rispetto a quello registrato dal partito nelle primarie del 2019, quando - sempre nei congressi di circolo - si presentarono 189.101 aventi diritto. Calcolatrice alla mano, quello che Enrico Letta ha definito "un risultato straordinario di partecipazione politica, unico in Italia" è stato invece il sintomo di una disaffezione cresciuta proprio tra i sostenitori del Pd. Stavolta infatti i votanti stati 37.571 in meno rispetto al congresso vinto da Nicola Zingaretti: un calo di circa il 20%. E il divario risulta ancora più accentuato se si considerano i dati raccolti dai coordinamenti regionali Pd nel 2017, in occasione delle primarie vinte poi da Matteo Renzi. In quel caso ai congressi di circolo votarono 266.726 persone, pari al 59,29% degli iscritti totali.
La disaffezione all'interno del partito
In cinque anni, i dem hanno perso per strada 115.196 votanti solo nella fase preliminare delle loro primarie. Dato emblematico in linea con progressivo calo dei tesseramenti registrato nel partito. "Siamo orgogliosi della nostra comunità. A domenica!", ha però esultato Enrico Letta, dando appuntamento alla consultazione nei gazebo del 26 febbraio, a seguito della quale verrà incoronato il nuovo segretario di partito. Sorvolando sull'opinabile soddisfazione dell'ex premier per quei numeri, sorge però una spontanea riflessione sul grado di rappresentatività del nuovo leader Pd, considerando proprio l'affluenza in calo anche nei congressi di circolo.
I timori sull'affluenza ai gazebo
E meno male che quelle in corso dovrebbero essere le primarie destinate a rinnovare il partito dem, proiettandolo nel futuro dopo le recenti disfatte elettorali. Solo una settimana fa, registrando la sconfitta alle regionali, i vertici Pd si interrogavano sulla scarsa affluenza alle urne. Ora, passando alle loro primarie, i dem si ritrovano a fare i medesimi conti con un disinteresse maturato anche all'interno del partito.
E il timore è che una sentenza impietosa al riguardo possa arrivare dai gazebo di domenica prossima. Nel 2019 Nicola Zingaretti era stato scelto da 1.582.083 simpatizzanti piddini. In quanti si scomoderanno per il nuovo segretario di partito?I dati definitivi dei congressi di circolo che si sono svolti dal 3 al 19 febbraio.
— Partito Democratico (@pdnetwork) February 20, 2023
I votanti sono stati 151530.
I risultati
Bonaccini 79787 voti, pari al 52,87%.
Schlein 52637 voti, pari al 34,88%.
Cuperlo 12008 voti pari al 7,96%.
De Micheli 6475 voti, pari al 4,29%. pic.twitter.com/PFwICJt8KX
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