"Rito d'appello fascista...". La lezione del presidente La Russa a Berizzi: "Onora ogni nostro caduto"

Paolo Berizzi prova a polemizzare sul Sacrario di Redipuglia e sulla scritta "presente" in altorilievo su ogni gradino. Interviene il presidente del Senato che spegne le strumentalizzazioni

"Rito d'appello fascista...". La lezione del presidente La Russa a Berizzi: "Onora ogni nostro caduto"
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L'antifascismo che diventa estremismo e che pretende di trovare camicie nere anche laddove di nero c'è solo il lutto, quello di un Paese, per i suoi "ragazzi" morti al fronte per la Patria. Si può riassumere così la diatriba nata da un articolo di Paolo Berizzi, noto scrittore che dell'antifascismo militante ha fatto il proprio marchio di fabbrica, che per questa ragione è alla costante ricerca di qualcosa al quale poter gridare per il ritorno del fascismo. Nell'ultimo episodio si è scagliato contro il Sacrario militare di Redipuglia, cimitero militare in Friuli-Venezia Giulia, in cui riposano le spoglie di oltre 100mila soldati italiani caduti durante la Prima guerra mondiale.

"'Presente!': se il presidente del Senato Ignazio Benito La Russa usa il rito d'appello fascista per onorare i caduti della Grande guerra. Redipuglia, Italia, 2024", scrive Berizzi nel tweet che accompagna il link al suo articolo per la Repubblica. L'appiglio, questa volta, è l'altorilievo presente nelle gradinate del sacrario: "Presente", a simboleggiare che la memoria di quegli uomini, capaci di grande coraggio che oggi manca a tanti, troppi, è ancora qui, vivida e presente. "Sì vede che non è mai stato al Sacrario Militare di Redipuglia, dove la parola 'presente' onora ogni nostro caduto", replica proprio il presidente del Senato sul social di Elon Musk, sottolineando l'ovvio. Una necessità, in questi casi. Per altro, lo stesso La Russa, ha rivolto il suo saluto anche alla partigiana Paola Del Din. Ma Berizzi non si arrende e allora invoca colui che quel sacrario l'ha voluto e inaugurato, Benito Mussolini, nel 1938. Come se solo per il fatto che a costruire un monumento ai caduti della Grande guerra sia stato il Duce, allora questi, che nemmeno l'hanno conosciuto, dovessero avere meno dignità di altri morti, di altre guerre.

Il messaggio di Ignazio La Russa è stato ripubblicato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, e ci sono diversi senatori della Repubblica, ma non solo loro, che sono intervenuti per chiedere al giornalista di tacere, per rispetto dei morti. "L’instancabile Berizzi scrive che dire “Presente!” è un rito fascista, specialmente commemorando i caduti per la Patria. Ma è ciò che da quasi un secolo è scritto su ogni gradino del Sacrario di Redipuglia che custodisce le salme di più di centomila soldati italiani morti nella Grande Guerra. Dove evidentemente il Berizzi non ha mai avuto tempo di mettere piede, troppo impegnato nella sua caccia ai fascisti immaginari", scrive Lucio Malan, presidente dei senatori di Fratelli d' Italia. E ancora, la senatrice Antonella Zedda, in forza a FdI: "Probabilmente il sig.

Berizzi in vita sua ha partecipato a poche commemorazioni del 4 Novembre, tantissimi sindaci, soprattutto di piccoli paesi, ricordano nominandoli i singoli morti in guerra e tutti rispondono, per ogni singolo caduto, Presente"

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