"Rivendico il diritto al dubbio e al dissenso". Si è dimesso Marcello De Angelis

Il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, Marcello De Angelis, ha lasciato l'incarico dopo l'ennesima polemica dell'opposizione

"Rivendico il diritto al dubbio e al dissenso". Si è dimesso Marcello De Angelis
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Il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, Marcello De Angelis, ha rassegnato le dimissioni dal proprio incarico. A convincere De Angelis a rassegnare le proprie dimissioni è stato il riemergere di nuove polemiche per un brano dai tratti antisemiti da lui scritto 45 anni fa, che ha sollevato un nugolo di polemiche dopo quelle nate a seguito delle dichiarazioni del responsabile della comunicazione in merito alla strage di Bologna.

De Angelis ha rassegnato le dimissioni irrevocabili al presidente della Regione Lazio con una lettera formale, dopo averne anticipato il contenuto con un colloquio privato antecedente. A Francesco Rocca non è restato altro da fare che accettarle con effetto immediato. "Prendo atto delle dimissioni di Marcello De Angelis dal ruolo di capo della comunicazione istituzionale della Regione Lazio. Lo ringrazio per il prezioso lavoro svolto finora e per il senso di responsabilità dimostrato", ha dichiarato il governatore in una nota a margine della ricezione della comunicazione.

Nel ringraziare il portavoce, Rocca ha anche espresso la propria "gratitudine per aver messo al riparo l'Istituzione che presiedo dalle inaccettabili strumentalizzazioni di queste settimane, pagando il prezzo per una canzone scritta 45 anni fa e rispetto alla quale ha manifestato pubblicamente tutto il suo imbarazzo e orrore". Nella sua nota, inoltre, il governatore tiene a ricordare che il contenuto di quel brano era "già noto quando in passato aveva ricoperto ruoli come quello di parlamentare e direttore di testate. Posso testimoniare in prima persona l'evoluzione della personalità di De Angelis".

Un percorso, ha aggiunto il presidente della Regione Lazio, "di maturazione, di autoconsapevolezza e di trasformazione interiore. Sicuramente tutto questo non può cancellare il suo passato, ma ha forgiato e continuerà a formare il suo presente e il suo futuro". Nella sua missiva, il responsabile della comunicazione spiega di essere stato "messo alla gogna per un post su Facebook in cui ho espresso perplessità su una vicenda giudiziaria sulla quale molti altri prima e meglio di me e in modo più autorevole, si erano pronunciati in maniera analoga".

Il riferimento è alla strage di Bologna e alla sua esternazione che ha aperto il dibattito, per la quale, prosegue, "rivendico il diritto al dubbio e al dissenso anche se

non posso negare di essermi espresso in modo inappropriato e per questo ho chiesto scusa". Parla di "macchina del fango" nella sua lettera e di come questa possa "stritolare chiunque".

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