"Sì alla riforma Onu, ma no a nazioni di serie B". Il discorso di Meloni al Palazzo di Vetro

La presidente del Consiglio interviene al Palazzo delle Nazioni per ribadire la necessità di una revisione della governance dell'Organizzazione davanti a uno scenario in cui "la sicurezza internazionale è sempre più precaria"

"Sì alla riforma Onu, ma no a nazioni di serie B". Il discorso di Meloni al Palazzo di Vetro
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Prima il discorso all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, poi l'incontro con Elon Musk per ritirare un premio. Sbarcata negli Stati d'Uniti d'America da un paio di giorni, per Giorgia Meloni quella odierna è una giornata importante a New York. La presidente italiana del Consiglio è intervenuta per circa cinque minuti in occasione del "Vertice del Futuro" dove sollecita tutti i Paesi aderenti all'Organizzazione a pensare a una riforma generale dell'Onu, in particolar modo per quel che riguarda il Consiglio di sicurezza.

"Siamo convinti che qualsiasi revisione della governance non possa prescindere dai principi di uguaglianza, democraticità e rappresentatività", ha dichiarato sottolineando che ogni organizzazione "è efficace se le sue regole sono giuste e condivise". Per questo motivo la riforma avrebbe un senso se venisse fatta "per tutti e non solamente per alcuni": "Non ci interessa creare nuove gerarchie e non crediamo che esistano nazioni di serie A e serie B: esistono le nazioni, con le loro peculiarità e con i cittadini che hanno tutti gli stessi diritti, perché gli individui nascono tutti liberi e uguali".

Meloni elenca le "numerose e multiformi" sfide che la storia ci ha messo di fronte: il cambiamento climatico, le disuguaglianze sociali ed economiche, le crisi umanitarie e sanitarie, la criminalità transnazionale, i conflitti armati a partire dall'inaccettabile guerra russa nei confronti di una nazione sovrana come l'Ucraina, "che rendono sempre più precaria la sicurezza internazionale". Davanti uno scenario così complesso noi "non abbiamo altra scelta che agire". Nessuno stato può governare le crisi del nostro tempo, ed è proprio per questo che "l'Italia è una convinta sostenitrice del multilateralismo e della sua istituzione più rappresentativa che e' l'Onu, nella quale ogni voce viene ascoltata: il luogo nel quale siamo chiamati ad imparare, a capirci e a rispettarci".

Ed è in questo passaggio che la premier, a proposito della nuova cooperazione tra le nazioni, vuole evidenziare i successi italiani con il piano Mattei per l'Africa: "Un piano di investimenti pensato per cooperare con le nazioni africane attraverso un approccio che non e né paternalistico né caritatevole né predatorio ma basato sul rispetto e sul diritto per ciascuno di poter competere ad armi pari". Per quanto riguarda il tema del futuro e dello sviluppo, "non possiamo non occuparci delle nuove frontiere del progresso tecnologico, a partire dall'intelligenza artificiale generativa, un fenomeno del quale, consentitemi, temo che non si abbia ancora sufficiente consapevolezza", ha aggiunto il capo del governo italiano.

L'Ia è soprattutto "un grande moltiplicatore", ma la domanda alla quale tuttavia bisognerebbe rispondere è: "Che cosa vogliamo moltiplicare?", si chiede. Perché se questo moltiplicatore venisse utilizzato per curare malattie che oggi sono incurabili, allora esso "concorrerebbe al bene comune", ma se al contrario venisse utilizzato per aumentare ulteriormente gli equilibri globali, "allora gli scenari sarebbero potenzialmente catastrofici. Le macchine non risponderanno a questa domanda".

Meloni quindi conclude affermando che deve essere la politica a potere rispondere. Ed è la politica "che deve garantire che l'intelligenza artificiale rimanga controllata dall'uomo e mantenga l'uomo al centro", ha concluso.

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