Lele Mora si pente. Anzi no. Arrivato a un passo dalla sentenza che potrebbe rifilargli sette anni di galera, aggravando una fedina penale già piuttosto pesante, Lele Mora cerca di tirarsi fuori dai guai dissociandosi dalle allegre serate di Arcore: a sorpresa, nelle sue dichiarazioni spontanee al tribunale di Milano stamattina Mora ha negato di avere mai "condizionato" le ragazze della sua scuderia perché accettassero di andare a casa di Silvio Berlusconi, ma ha avuto parole severe per quanto vi avveniva. "Su un importante quotidiano - ha detto - ho letto tre parole che descrivono qusta vicenda: dismisura, abuso di potere, degrado".
La notizia della svolta di Mora ha avuto subito una grande eco mediatica. Ma subito dopo, fuori dall'aula, parlando con i giornalisti Mora ha rettificato. "Mi sono limitato a citare le espressioni che ho letto su un giornale e che non condivido assolutamente. Erano solo delle cene. E io sono amico di Silvio Berlusconi".
Gigantesco malinteso o retromarcia fulminea? Ascoltate in aula, le frasi di Mora sembravano lasciare pochi dubbi. "È vero che andavo alle cene con Fede, è vero che ho accompagnato ad Arcore alcune ragazze, ma non le ho mai volute condizionare". Di fatto, Mora sembrava fare propria la versione dei fatti portata in aula da una parte delle ragazze, quelle ritenute attendibili nell'altro processo, concluso lunedì scorso con la condanna di Berlusconi a sette anni di carcere.
E proprio l'andamento di quel processo potrebbe avere influenzato Mora, convincendolo a sfilarsi dal fronte degli altri imputati. Il fatto di avere ricevuto da Berlusconi un rilevante prestito, come ha confermato oggi in aula, non lo condiziona più di tanto. "Non voglio più mangiare cibo avariato", ha detto. "So che l'ignoranza della legge non perdona ma posso dire di non avere mai voluto condizionare la volontà di queste ragazze. Non ho mai giudicato il loro comportamento nè l'ho mai inquadrato come prostituzione".
Invece, fuori, Mora giura di essere stato capito male. E torna sulla linea che ha sempre sostenuto.
Per Mora, come per i suoi coimputati Nicole Minetti e Emilio Fede, la procura ha chiesto sette anni di carcere. Mora, in particolare, è accusato di avere portato per la prima volta Ruby ad Arcore, pur sapendo che era minorenne.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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