Interni

"Salvini è il mandante politico del caso Saviano". Dal Pd ancora il solito fango

Provenzano, esponente di peso del Partito democratico, va in tv e spara a zero contro il governo: "Sta cedendo sulla lotta alla mafia". Il ministro: "Dichiarazioni deliranti, querela subito"

"Salvini è il mandante politico del caso Saviano". Dal Pd ancora il solito fango

Ascolta ora: ""Salvini è il mandante politico del caso Saviano". Dal Pd ancora il solito fango"

"Salvini è il mandante politico del caso Saviano". Dal Pd ancora il solito fango

00:00 / 00:00
100 %

Il livore della sinistra è una sfaccettatura a cui ormai siamo abituati, anche sul caso Saviano. Il centrodestra va a gonfie vele e gli avversari invece si trovano in un momento di grossa difficoltà? Nessun problema, si recita sempre il solito copione: si spara a zero contro gli esponenti della coalizione di maggioranza e ci si spinge fino a sostenere tesi assurde. E così Giuseppe Provenzano, ospite di In Onda su La7, è andato davanti le telecamere e ha usato parole al veleno puntando il dito contro il governo guidato da Giorgia Meloni.

L'esponente di peso del Partito democratico è rimasto evidentemente infastidito dallo stop al programma di Roberto Saviano in Rai. Un mix di delusione, rabbia, sconforto e irritazione che l'ha portato a pronunciarsi in maniera veemente all'indirizzo di Matteo Salvini. Cosa avrà fatto il vicepresidente del Consiglio? Provenzano ha emesso la sentenza morale e ha stabilito senza alcun tentennamento che il ministro delle Infrastrutture "è il mandante politico di questa scelta".

Cosa vuole intendere il responsabile Esteri del Pd? Che il leader della Lega avrebbe avuto un ruolo politico determinante per quanto riguarda la cancellazione del programma del giornalista sulla rete del servizio pubblico? È stato raggiunto un livello di paradosso incredibile: Saviano ha definito Salvini il "Ministro della Mala Vita", il segretario del Carroccio ha annunciato querela, la Rai ha tolto dal palinsesto le quattro puntate di Insider - Faccia a faccia con il crimine e ora la colpa sarebbe di Salvini?

Non è finita qui. Perché l'ira del momento ha spinto Provenzano ad andare oltre. Chi ha messo questa volta nel mirino? Sempre il centrodestra, ovviamente. Per chi non lo avesse capito è l'obiettivo principale delle sue sferzate. L'esponente dem ha annotato con amarezza l'attacco a Don Ciotti e, facendo un preambolo, ha preannunciato: "Ci sono dei segnali molto preoccupanti". Lasciando tutti con il fiato sospeso. Cosa avrà da dire ancora Provenzano? Sarà una critica politica costruttiva oppure il solito fango che proviene dal fronte rosso?

La risposta è presto data. "C'è un indebolimento sul terreno della lotta alla mafia", ha dichiarato il responsabile Esteri del Partito democratico ai microfoni del talk show su La7. È chiaro ai più che le affermazioni sono state pesanti, che la valanga di odio ha colpito per l'ennesima volta l'esecutivo, che il veleno è stato sputato ricorrendo a parole di assoluta gravità. Le quali, inevitabilmente, sono destinate a far discutere nelle prossime ore. Non si è fatta attendere la replica di Salvini che, sul proprio profilo Twitter, non le ha mandate a dire: "Da sinistra insistono con dichiarazioni deliranti. Ma come si permette questo 'signore'?! Vergogna. Querela subito, e poi vediamo se ci riprovano".

La sinistra non sa più cosa dire e fare. Usa Saviano come strumento per scagliarsi contro il centrodestra. Non ha una linea politica ben definita, non rappresenta la maggioranza degli italiani. È in crisi. Di idee, di nervi. Un'opposizione di merito sulla sostanza dei fatti? Macché.

La galassia rossa preferisce sproloquiare in televisione, ritenendo ancora di possedere chissà quale superiorità morale. Una falsa convinzione che la porta a macchiarsi di uscite a vuoto, piroette (vedi l'incoerenza sul caso Facci) e figuracce alle urne.

Commenti