Scalfari demolisce Bersani: "Senza Roberto Saviano il Pd perderà le elezioni"

Il fondatore di Repubblica rilancia la candidatura dello scrittore e mette Bersani all'angolo: "Una lista civica sarebbe il valore aggiunto che può decidere queste elezioni"

Scalfari demolisce Bersani: "Senza Roberto Saviano il Pd perderà le elezioni"

Il Pd è in sobbuglio. Le voci di una lista civica a sostegno del Partito Democratico non sono piaciute a Pier Luigi Bersani. Da via del Nazareno le hanno definite pure "illazioni giornalistiche". Roberto Saviano, sulla rubrica L'Antitaliano dell'Espresso, ha smentito la sua discesa in campo, lasciando però uno spiraglio: "Il mio mestiere è quello di scrivere, ma non rinuncio alla possibilità di costruire un nuovo percorso in questo paese".

Oggi Eugenio Scalfari, il fondatore di Repubblica, in un'intervista al Fatto Quotidiano torna all'attacco: "Non comprendo le ragioni della levata di scudi da parte di alcuni dirigenti del Pd, una lista patrocinata da Saviano, ma non solo da lui, sarebbe il valore aggiunto che può decidere queste elezioni".

Scalfari crede ancora nell'ipotesi Saviano e lancia frecciate contro gli esponenti del Pd: "Quando vedo dirigenti del Pd, peraltro giovani, che si affrettano a mettere le mani avanti, resto interdetto". 

Il riferimento è ai vari Civati, Fassina e Serracchiani, i quali hanno criticato l'idea della lista civica, pena il rischio di diventare una Bad Company. L'europarlamentare del Pd ha addirittura paventato il rischio di un suicidio politico. "Le precisazioni di Bersani sono state opportune, perché far nascere una lista civica nazionale da una costola del Pd per il nostro partito equivale a fare harakiri", ha spiegato Debora Serracchiani.

Da navigato conoscitore delle dinamiche della politica dei Democratici, Scalfari si rivolge a questi oppositori: "I dirigenti del Pd vogliono vincere? Bene, dovrebbero essere contenti che giornalisti, professionisti ed esponenti della società civile possano impegnarsi in una lista che allarghi il campo del centrosinistra".

E per ribattere alla necessità che questi personaggi debbano iscriversi nelle liste del Pd, Scalfari tira fuori l'esempio di Togliatti: "Ai suoi tempi c'era la consuetindine dei compagni di strada, vicini al partito, ma sciolti dai vincoli disciplinari degli iscritti". Son passati 40 anni, ma l'elasticità del Pd non sembra aver fatto passi avanti per il giornalista di largo Fochetti.

Insomma, la "lista per la legalità" evocata da Repubblica s'ha da fare.

Con o senza Saviano, ma meglio con. Adesso a Bersani non resta che scegliere: contrastarla (col rischio di inimicarsi pezzi importanti dell'intellighentia di sinistra) o appoggiarla (col rischio di venirne commissariato).

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