La Grecia, grazie all'aiuto dell'Europa e alzando un «muro» sul confine colabrodo con la Turchia è riuscita ad abbassare drasticamente il flusso dei clandestini, almeno via terra. Bruxelles si è rifiutata di finanziare la barriera greca, politicamente poco corretta, ma a denti stretti gli addetti ai lavori ammettono: «Ovvio che ha funzionato, ma si tratta di una soluzione tampone». In aggiunta la mobilitazione di 1.800 guardie di frontiera di Atene, con soldi e mezzi Ue, ha fatto il miracolo. Nel rapporto 2013 di Frontex, l'agenzia europea per il controllo delle frontiere con sede a Varsavia, si legge che «gli arrivi (dei migranti nda) sono crollati da 2.000 a 10 alla settimana» sul confine terrestre. Peccato che i trafficanti di esseri umani abbiano cominciato a spostare i flussi su altre rotte, verso la Bulgaria e l'Italia.
«È come l'acqua. Se tappi una falla da una parte, poi esce da un'altra» osserva un alto funzionario dell'Ue. Non solo: cinquantamila sono i siriani arrivati in Europa, dall'inizio della guerra civile. Ieri, il deputato Stefano Dambruoso, intervenendo al Festival della diplomazia a Spoleto ha dichiarato: «Solo negli ultimi tre mesi sono giunti in Italia tremila siriani».
La Grecia era il colabrodo dell'Unione europea, ma dallo scorso anno la situazione è migliorata. Frontex ha finanziato la missione Aspida (Scudo): 1.800 uomini di rinforzo sui confini a cominciare da quello turco. L'anno prima solo di siriani in fuga ne erano arrivati ventimila: molti, dice Human Rights Watch, sono finiti nelle celle greche. Il governo di Atene ha pure deciso di costruire una barriera invalicabile ad Evros, il punto più poroso sulla frontiera con la Turchia, costata 3 milioni di euro. Il commissario europeo, Cecilia Malmstrom, non ha voluto finanziare il muro, che però funziona. Una doppia barriera metallica di 10,5 chilometri con filo spinato e 25 camere termiche, finita lo scorso dicembre, ha stoppato il flusso di migranti via terra.
Frontex ha in piedi anche un'operazione di controllo delle acque fra Grecia e Turchia, ma è stato pattugliato pure il tratto di mare con l'Italia. François Crépeau, un inviato speciale dell'agenzia Onu per i rifugiati si è scandalizzato denunciando che la missione Poseidon dell'agenzia europea «è stata estesa nel 2012 alle coste occidentali dove i migranti che cercano di raggiungere l'Italia, sulle barche dei trafficanti, sono stati rimandati in Grecia».
La stessa Frontex ammette che la mobilitazione terrestre in Grecia ha registrato «un aumento delle rilevazioni (dei flussi di migranti nda) nel mar Egeo e al confine bulgaro turco». Nelle ultime settimane sono arrivati tremila clandestini in Bulgaria. La rotta verso le isolette dell'Egeo viene usata spesso come tappa per proseguire il viaggio verso l'Italia. Fin da marzo Frontex segnalava un aumento degli sbarchi sul nostro territorio di migranti partiti dal Nord Africa.
I siriani, oltre che dalla Libia e da Alessandria d'Egitto, hanno cominciato ad imbarcarsi nel porto turco di Iskenderun, l'antica Alessandretta. «A bordo di natanti egiziani di 8 metri - conferma Frontex - Spesso cambiano barca in mare prima di raggiungere le coste italiane dopo un viaggio di 10 giorni». Un trafficante locale recluta i connazionali in Siria promettendo di farli arrivare da noi in cambio di 5mila euro. Il risultato è che solo da agosto a settembre sono sbarcati diecimila migranti compresi eritrei e somali, tra cui i tremila siriani.
Frontex ha pronto un piano per coinvolgere tutti i paesi comunitari che si affacciano sul Mediterraneo con ingenti uomini e mezzi navali ed aerei sotto comando multinazionale. L'obiettivo è soccorrere i barconi dei clandestini prima che finisca in tragedia dividendosi già in mare la «quota» di migranti da portare a casa propria.
Hera, in «difesa» delle Canarie, è l'unica operazione europea che prevede una forma indiretta di respingimento. Gli spagnoli possono entrare nelle acque territoriali del Senegal e chiedere alla marina del paese africano di soccorrere e riprendersi i clandestini.
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