Sabrina Ferilli parla della sua vita a 360 gradi nell'intervista rilasciata a Vanity Fair, senza però rinunciare a esprimere opinioni personali anche sulla politica. Lo fa al margine delle registrazioni del programma di Canale 5 Tú sí que vales, dove anche il prossimo autunno è "giudice popolare". Nel cast ci sarà anche l'arrivo di nuova nuova "giurata" come Luciana Littizzetto, grande amica di Maria De Filippo che già aveva svolto lo stesso ruolo in televisione per Sky con Italia's got talent. Ferilli ricorda i tempi in cui era "obbligata" dal papà, dirigente del Partito Comunista a Fiano romano, a vendere l'Unità in strada. "Politicamente dove sta?", le chiedono. "Ora è un problema", risponde un po' sospirando la popolare attrice romana. Del resto l'idillio con il Partito Democratico sembra essersi interrotto da tempo, ma anche l'innamoramento per i grillini pare svanito (anche se smentisce categoricamente di essere stata candidata per le Regionali in Lazio).
La Schlein? È troppo radicale e fa fatica a convogliare l'interesse di tutti". Questo perché "la sinistra dovrebbe insistere anche su quelli più trasversali, come il lavoro, la sicurezza, la scuola". Ma "non è stato fatto nulla e la sinistra è stata al governo per tanti anni". Poi Ferilli non nasconde il suo parere sul tema del salario minimo. "Sacrosanto – premette – una battaglia che solo ora è stata sollevata, un po' in ritardo". Insomma: farlo ora dall'opposizione sembra solo una mossa demagogica.
C'è anche modo di tornare sulla sua ironia sulla vittoria del centrodestra di un anno fa: "Il treno viaggia in orario, nuova era". Dopo un anno di governo Meloni che cosa ne pensa adesso? "È un capo di un governo di destra, e quello è, quello fa. Io sto a sinistra e su tanti temi sono molto distante. Dicono: è preparata. Ma che fosse preparata lo sapevo anche prima. L'errore della sinistra sotto elezioni e stato quello di dire: non votatela perché è fascista, invece di proporre alternative. I sondaggi la danno ancora ben salda, evidentemente la gente è soddisfatta". Le battaglie come l'accoglienza e lo ius soli sono temi tuttavia "che non sono interesse di tutti, perché a noi non ci manca di arrivare a fine mese, non ci mancano i soldi per farci curare dal medico privato o per mandare un nipote a una scuola privata.
Faccio parte di una fascia, più piccola, di persone privilegiate - ammette -: non perché lo sono non posso parlare, anzi, però le mie preoccupazioni 'pesano meno' di quelle della maggioranza che vive le difficoltà tutti i giorni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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