Si accende lo scontro tra il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli e il presidente di Azione Mara Carfagna. Al centro l'Autonomia differenziata, e fra i due è botta e risposta a distanza. Si parla addirittura di provvedimenti legali.
Carfagna all'attacco
Tutto è cominciato con la levata di scudi di alcuni sindaci e politici del Sud, capitanati dal governatore della Campania Vincenzo De Luca, che hanno minacciato una guerra durissima. A unirsi al corteo, anche la Carfagna. L'accusa mossa nei confronti del ministro Calderoli è addirittura quella di voler "spaccare l'Italia", quando il progetto del rappresentante Lega è ben diverso. Durante un'intervista concessa alla Stampa, l'ex parlamentare di Forza Italia si è infatti detta "preoccupata" per la gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e ha rimpianto il governo di Mario Draghi.
A finire nel mirino del presidente di Azione, è poi stato il ministro Calderoli. Immancabile la critica nei confronti del progetto per l'Autonomia differenziata. Da ex ministro per il Sud e la coesione territoriale, la Carfagna ha attaccato il piano a cui sta lavorando l'esponente leghista. "Il ministro Calderoli cerchi un percorso condiviso sull’autonomia, per una riforma che riduca le disuguaglianze e non le accresca", ha pontificato. "Sono poi davvero un bruttissimo segnale le accuse, con tanto di minacce di querela, ai giornalisti del Messaggero e del Mattino, cui va la mia solidarietà", ha aggiunto.
Il botta e risposta
La risposta del ministro Calderoli ai continui attacchi nei confronti del suo programma non si è in ogni caso fatta attendere. Passino le critiche, ma parlare di "spaccare l'Italia" è davvero troppo. "Sono stato paziente per settimane ma adesso si è passato il limite", ha dichiarato. "Da ministro ho giurato sulla Costituzione, che sancisce l'unità nazionale, per cui scrivere che voglio spaccare l'Italia significa darmi dello spergiuro. Questa è diffamazione, forse addirittura calunnia, perché mi si attribuisce un'inventata volontà di spaccare il Paese", ha aggiunto, affermando di essere pronto a prendere provvedimenti.
Invece di ritrattare, la Carfagna ha ribattuto invitando Calderoli ad andare avanti. "Il ministro è arrivato a minacciare querele. Io lo sfido a denunciarmi, perché la sua legge rischia davvero di spaccare in due l'Italia", attacca l'ex parlamentare azzurra, ribandendo la propria posizione, "con scuole, politiche energetiche e politiche estere diverse di regione in regione, avremo solo una cristallizzazione delle disuguaglianze".
Ecco perché Carfagna si sbaglia
In più occasioni il ministro Calderoli ha ribadito di non avere alcuna intenzione di creare differenze e divisioni nel Paese. Lo scopo è piuttosto quello di aumentare la velocità di Nord e Sud. Tutti, nel piano del ministro, dovranno fare passi in avanti. Il Nord avrà un'accelerazione, e il Sud potrà finalmente avvicinarsi alla velocità del Nord. In questo modo, crescerà la stessa Italia.
Quanto ai Lep (Livelli essenziali di prestazione), Carfagna parla di "modo confuso". "Devono essere individuati con un dpcm", spiega, "non è il modo migliore per garantire che siano attuati: bisogna finanziarli, non solo enunciarli". Per essere definiti, i Lep devono "passare da una cabina di regia politica che può solo peggiorare decisioni che invece devono essere tecniche", aggiuge.
Il ministro Calderoli, però, ha parlato di un vero e proprio meccanismo per fare fronte a eventuali ritardi e inefficienze, con tanto di possibilità di "affidamento delle attività eventualmente non completate a un commissario". "Ritengo più che opportuno che la Cabina di regia possa essere munita di una propria struttura tecnica, dedicata e stabile", ha aggiunto. Nessuno verrà lasciato da solo, o indietro. E, in ogni caso, non avverrà alcuno stravolgimento immediato come annunciano i pessimisti.
Si tratta infatti di un lavoro che durerà almeno un anno, tanto ci vorrà per definire i Lep. Poi si dovrà pensare alle leggi attuative. C'è tutto il tempo per confrontarsi e discutere con calma della questione.
"Il fondo speciale prevede un intervento sia sul fondo perequativo sia a livello di interventi straordinari, destinati non solo a chi chiede l’autonomia differenziata, ma anche a chi non la chiede", ha infine precisato Calderoli, come riportato da Agenzia Nova.
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