Certe volte bisogna proprio avere una gran bella faccia tosta nell'utilizzo di certi termini per criticare il governo in carica. Nicola Zingaretti, infatti, ha scelto fior da fiore da tutte le alternative presenti del dizionario e, alla fine, ha pescato una parola in particolare per commentare negativamente i primi sei mesi dell'esecutivo guidato da Giorgia Meloni: "ingiustizia". Nel suo editoriale, scritto appositamente per Huffington Post, è contenuta infatti una sorta di infinito refrain che fa da cornice al suo retorico J'accuse anti-centrodestra. Per ben sei volte consecutive l'ex presidente della Regione Lazio utilizza l'espressione "crea ingiustizia" come attacco frontale nei confronti del governo Meloni: Zingaretti accusa la maggioranza su tasse, reddito di cittadinanza, utilizzo della lingua italiana e il classico disco rotto del fascismo, che non manca mai negli insipidi discorsi di sinistra. Ma c'è un punto che si rivela piuttosto surreale e, a tratti, anche esilarante (se non si trattasse di un argomento serio): la sanità.
Secondo il deputato del Partito Democratico il governo creerebbe ingiustizia quando "diminuisce la spesa reale della sanità". Da che pulpito viene la predica, verrebbe voglia di esclamare di fronte a così tanta spocchiosa ipocrisia. Perché Nicola Zingaretti non è un omonimo del governatore laziale che dopo dieci anni di amministrazione regionale ha completamente sfasciato la celebre e tanto declamata "eccellenza" della sanità del Centro Italia. No: è proprio lui. Eppure sembra completamente dimenticarsi che cosa è restato dei suoi due mandati da governatore a Roma. Per una rapida rinfrescata di memoria, basterebbe semplicemente pensare al danno erariale da oltre 11 milioni di euro per il quale la Corte dei Conti ha accusato Zingaretti - insieme al responsabile della Protezione Civile - sugli affidamenti per la fornitura di circa 7,5 milioni di mascherine parzialmente pagate e mai arrivate durante la prima fase del Covid.
I disastri a opera del Pd sono comunque stati certificati dal nuovo Rapporto annuale che valuta le Performance regionali stilato dal Centro per la Ricerca Economica Applicata (Crea) Sanità. Secondo questo report, infatti, sotto Zingaretti è continuata a peggiorare lo stato di salute della sanità laziale, che è crollata in un solo anno dal decimo al quattordicesimo posto. Il Lazio, ormai, è pericolosamente vicino alla "area critica" delle sei regioni peggiori per quanto riguarda la qualità delle cure e la mortalità "evitabile". Rapporto che fa il paio con il Governance poll pubblicato da Il Sole 24 Ore che vedeva la regione Lazio al penultimo posto nel gradimento del consenso (fa peggio solo il Molise). Le immagini del pronto soccorso dell'ospedale Sant'Andrea di Roma, datate 5 febbraio 2023, furono poi molto eloquenti da questo punto di vista.
Pazienti privi di barelle adagiati sul pavimento - in mezzo al corridoio e con le flebo attaccate al braccio - e una serie di persone in attesa di essere curati. In sintesi: solo per la sanità, Zingaretti ha lasciato in eredità a Francesco Rocca ben 2 miliardi di euro di debiti. Perlomeno, adesso, che ci risparmiasse la morale su questo tema.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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