Tangenti. Consulenze. Assunzioni di amici. Ristoranti e alberghi. Nella Tangentopoli del Veneto c'è di tutto. La cricca pagava e coccolava i suoi referenti. Non esisteva un kit ideale del corrotto, ma certo i benefit, associati a robusti stipendi, facilitavano i rapporti e gli interventi mirati dei tecnici a disposizione.
I regali per la figlia e il fratello
È un nome sconosciuto al grande pubblico. Settant'anni, romano, ex magistrato alle acque, Patrizio Cuccioletta è, secondo la procura uno dei tanti ingranaggi della macchina della corruzione. In teoria, fa il controllore. In pratica chiude un occhio e pure l'altro. Per questo viene ricompensato in modo principesco: anzitutto con uno stipendio annuo di 400mila euro, per un totale, se i calcoli sono esatti, di 1.600 mila euro, spalmati su 4 anni. Ma il Bengodi non finisce qui. Oltre al fisso, gli vengono accreditati su un conto in Svizzera 500mila euro. Un bel regalo, non l'unica facilitazione. La rete di benefit avviluppa anche la figlia Flavia. Ce n'è pure per lei: per la ragazza viene disposto fra il 2007 e il 2008 un contratto di collaborazione con il Consorzio Venezia nuova per complessivi 27.600 euro. Briciole rispetto al padre, ma pur sempre un promettente inizio. Nel mese di settembre 2008, Flavia viene assunta dalla Thetis, società controllata dal Consorzio Venezia nuova. Il Consorzio, gestito dal grande burattinaio delle tangenti Giovanni Mazzacurati, non si dimentica nemmeno degli altri familiari, tantomeno del fratello di Patrizio, Paolo Cuccioletta. L'architetto ottiene un contratto da 38mila euro. Così l'onnipresente consorzio si prodiga fra zii e nipoti. Ma soprattutto ricopre Cuccioletta senior di attenzioni e gli offre un pacchetto appetitoso di «voli con aerei privati nonché alloggi e pranzi in ristoranti e hotel di lusso a Venezia, Cortina ed altre località».
La casa del governatore
Il senatore Giancarlo Galan ha schivato il carcere. Ma anche lui, a sentire la procura, avrebbe ricevuto un trattamento da nabbabo. Tanto per cominciare, porta a casa uno stipendio annuo di 1 milione di euro. Poi firma un paio di pareri favorevoli, strategici, e riceve due bonus extra di 900mila euro l'uno. Non basta. Nel capo d'imputazione si parla anche della ristrutturazione dell'abitazione di Cinto Euganeo, «dove venivano svolti dal 2007 al 2008 lavori nel corpo principale e successivamente, nel 2011, nella barchessa». Per non farsi mancare niente, l'ex ministro si fa dare anche 50mila euro su conto di San Marino.
Il magistrato ammorbidito
Vittorio Giuseppone è un magistrato della Corte dei conti. Anche lui nel fornitissimo libro paga della cricca. Anche lui con uno stipendio e anche lui con gli extra. Si resta a disagio nel leggere l'estensione del malaffare fra le dighe mobili del Mose. Giuseppone è la rotella che serve quando le pratiche atterrano ala corte dei conti per la registrazione e occorre accelerare. Per farlo accelerare il Consorzio Venezia nuova gli garantisce uno stipendio di 300-400 mila euro per un periodo lunghissimo, dal 2000 al 2008. Ma fra il 2005 e il 2006 le cifre s'impennano. Fino a superare quota cinquecentomila. Anzi, non meno di seicentomila» nel biennio d'oro.
La maxistecca per il generale
Emilio Spaziante è un generale a tre stelle. Il più alto ufficiale delle Fiamme gialle per l'Italia centrale. Viene chiamato dal solito Mazzacurati per ammorbidire le verifiche fiscali e tenere d'occhio i procedimenti penali aperti contro il Consorzio. La legge al servizio del crimine, almeno per la procura. E Mazzacurati paga l'ingaggio del «fuoriclasse» in modo adeguato: gli promette un compenso di 2,5 milioni. Spaziante incassa una prima tranche di 500 mila euro. Poi la fabbrica delle tangenti va in crisi.
I pareri d'oro del consigliere
Nella ragnatela di Mazzacurati ciascuno ha un ruolo. Giuseppone sveltisce il percorso degli incartamenti, Spaziante fa evaporare i controlli, Marco Milanese, ex ufficiale Gdf ed ex parlamentare Pdl, viene chiamato al tavolo del Mose come consigliere politico del ministro Giulio Tremonti. Insomma, si va da lui perché può influire su una decisiva delibera del Cipe, la 31 del 2010, inserendo fra i lavori finanziati anche quelli del Consorzio. Per questo Mazzacurati consegna «personalmente» a Milanese un obolo di 500 mila euro.
L'assunzione fittizia
Consigliere regionale del Pd. Pure lui foraggiato dall'inesauribile Consorzio. Alle amministrative del 2010 Giampietro Marchese riceve illegalmente un contributo di 58mila euro. Non è l'unico e forse nemmeno l'ultimo.
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