Alla fine, il ministro Graziano Delrio ha dovuto prendere atto della dura realtà: la commissione che deve scegliere a quali strutture sportive di base concedere i finanziamenti varati dal governo Monti non è fisicamente in grado di esaminare la mole gigantesca di richieste che si sono abbattute sul ministero. Da ogni angolo d'Italia enti locali e società sportive hanno lanciato l'assalto al tesoretto messo dal governo a disposizione dello sport di base. Ci si aspettava qualche centinaio di domande, ne sono arrivate più di diecimila. Dentro c'è di tutto, dal calcio al rugby al nuoto all'hockey, ma anche la richiesta di impianti per sport decisamente più di nicchia. Nel mirino, i ventotto milioni di euro del bando. Se ognuna delle richieste venisse accolta, a ogni impianto verrebbero concessi meno di tremila euro. Il costo di una imbiancatura.
In giorni in cui si fa un gran parlare di Olimpiadi a Roma o a Milano, spulciare tra le domande che hanno ingolfato il ministero per gli Affari Regionali è un viaggio inquietante in un paese sportivamente arretrato, dove la formazione sportiva e fisica - in particolare delle giovani generazioni - si scontra con la mancanza di strutture. Da Milano a Molfetta, praticamente tutti gli ottomila comuni italiani hanno chiesto di accedere al finanziamento, dipingendo un quadro a fosche tinte della situazione del loro territorio. E la conseguenza della valanga di domande è che non ne verrà esaudita nessuna: almeno per molti mesi. Perché la commissione insediata presso il ministero di Delrio non è in grado di smaltire la massa enorme di pratiche. Quindi, come ha spiegato il ministro questa mattina nel corso di una audizione in Senato, saranno necessari altri commissari, che però non è chiaro chi debba nominare, e poi un po' per volta si comincerà a fare un po' di ordine.
Delrio ha spiegato che, oltre ad allargare la commissione, servirebbe anche allargare un po' i cordoni della borsa, alzando il tetto di 28 milioni fissato da Monti per il bando. Ma, con l'aria che corre, è una speranza assai esigua: anche perchè nel frattempo c'è anche da affrontare i costi del «piano stadi», indicato dal Delrio quasi come una emergenza nazionale. L'Istituto per il credito sportivo, da tempo commissariato, tra poco dovrebbe tornare a funzionare, e dovrebbe fornire un po' di ossigeno al «sistema sport». Ma anche qui si parla di gocce nel mare.
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