Tra meno di un mese, il 1 agosto, i centri in Albania saranno operativi e prenderà il via ufficialmente il progetto istituito con il patto Italia-Albania sui migranti. Il Paese di Edi Rama ha concordato con l'Italia la costruzione sul suo territorio di due centri per migranti, dove verranno svolte le pratiche burocratiche per l'accertamento delle condizioni per la richiesta di asilo in Europa.
Centri migranti in Albania
Qui i migranti resteranno fino all'espletamento dei controlli e solo quelli con effettivi requisiti potranno fare ingresso in Italia, mentre gli altri verranno rimpatriati. Un accordo che piace all'Europa e che diversi Paesi vorrebbero replicare, come dimostra la richiesta ufficiale di 15 membri dell'Ue alla Commissione. "Andranno nei centri albanesi solo quelli che devono essere rimpatriati e non i soggetti fragili come le donne e i bambini. Si tratta solo di brevi soggiorni per i soggetti che devono essere rimpatriati. Ed è anche un modo per alleggerire il nostro Sud". ha spiegato Antonio Tajani in un'intervista che uscirà domani sul settimanale Famiglia Cristiana.
Gestione degli equilibri internazionali
Il G7 che si è da poco concluso in Puglia, ha proseguito il vicepremier, "ha messo in luce il ruolo centrale dell'Italia, promuovendo l'apertura economica e il dialogo per la stabilità e la pace. Un messaggio forte affinché si difenda la pace in Medio Oriente". Ma, soprattutto, ha dimostrato la centralità dell'Italia anche nella gestione dei flussi irregolari che dal Nord Africa si dirigono verso l'Europa, causa di destabilizzazione politica e sociale. "Non si tratta di avercela con chi scappa, ma con chi li fa partire. Del resto non possiamo accogliere tutti, senza poter garantire un'occupazione", ha spiegato il ministro degli Esteri nell'intervista. Il governo italiano sta lavorando alla messa in opera di un nuovo Piano Mattei per l'Africa, che punta allo sviluppo economico attraverso la formazione e la creazione di lavoro, che permettano ai cittadini di non trovare più conveniente rischiare la vita in mare.
Caso Salis
Ma nella sua intervista, Tajani ha avuto modo anche di commentare il caso di Ilaria Salis. Grazie all'intervento della Farnesina e delle sue diramazioni diplomatiche - un impegno non adeguatamente riconosciuto dall'insegnante precaria, ora europarlamentare con Avs - Salis ha potuto ottenere prima i domiciliari e poi il rientro in Italia. "Ne ho difeso i diritti come cittadina, ma non possiamo farne una santa è grave partire per un Paese straniero con un martello...", ha spiegato il ministro degli Esteri, riprendendo l'accusa che viene fatta all'insegnante in Ungheria, dove è a processo per tentato omicidio.
Il procedimento penale per ora è sospeso in forza dell'immunità acquisita con l'elezione ma l'Ungheria sembra intenzionata a chiedere al parlamento che questa venga revocata, in modo tale che Salis possa essere giudicata per le accuse a suo carico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.