Il rispetto per i morti non giustifica l'idiozia. Non c'è nessun «coraggio» nella sentenza sconvolgente e violenta che condanna i sette componenti della Commissione Grandi Rischi per le previsioni sbagliate sull'attività sismica all'Aquila. Nessuna leggerezza, nessuna abdicazione ai «doveri di valutazione del rischio connessi alla loro qualità e alla loro funzione». Chi fa previsioni non è un mago, e nessuna scienza può dare indicazioni certe su un terremoto. Ma non è possibile condannare un uomo intelligente e capace come Enzo Boschi che, in premessa, ha sempre dichiarato l'impossibilità di previsioni, che prescindano da un programmatico catastrofismo, in materia di terremoti. Per scagionarlo è sufficiente la documentata dichiarazione dello stesso Boschi, in quella circostanza: «Improbabile ci sia a breve una scossa come quella del 1703, pur se non si può escludere in maniera assoluta». Ma, nonostante questo, gli scienziati sono accusati di non avere, a loro stessa tutela, viste le conseguenze, manifestato allarmismo in mancanza di dati certi. La condanna demagogica è un'intollerabile manifestazione di oscurantismo, espressione di una cultura giuridica aberrante e medievale. Dovere del presidente della Repubblica è eccezionalmente sanzionare questa inaccettabile sentenza con un provvedimento di grazia, a tutela della scienza, contro ogni rigurgito di inquisizione.
Ma si può configurare l'azione giudiziaria come ritorsione personale? Henry John Woodcock e Alfonso Papa erano magistrati colleghi, probabilmente dello stesso concorso. Hanno avuto carriere diverse. Ma in che cosa la condotta del secondo è più reprensibile di quella del primo? Per insanabile conflitto di natura psicologica, e non per oggettivi riscontri, Woodcock ha ottenuto l'arresto di Alfonso Papa, magistrato in aspettativa e poi deputato, immolato da un Parlamento vile per fumose ipotesi di reato, configurate in una inesistente P4. Ha fatto per questo più di 100 giorni di galera. Adesso che ogni accusa è stata smontata e, quale che fosse, non giustificava comunque la detenzione, dopo l'ennesima inchiesta sbagliata, con capriccioso puntiglio, Woodcock ha aperto un altro fascicolo contro il nemico, con l'accusa di uso improprio e abuso di una ingiustificata macchina di servizio. Un piccolo reato odioso tipico della casta, ma risalente a dieci anni fa e, almeno da allora, noto a Woodcock. Perché, allora, apre oggi l'inchiesta? In che cosa Woodcock si differenzia dal collega reprobo? Non abbiamo visto anche lui, per processi inutili, accompagnato dalla macchina di servizio e con scorta? E perché la scorta di Woodcock è motivata e giustificabile? Papa ha abusato dell'auto di servizio? E perché Woodcock ne è dotato dopo tante inchieste fallimentari? A quale reale pericolo è esposto? E se la P4 non è mai esistita, e Papa è stato arrestato senza presupposti, perché a Woodcock non toccano sanzioni disciplinari e penali per avere stabilito una ingiusta detenzione e per avere sprecato denaro pubblico per cervellotiche inchieste? Non è uno spreco intercettare personaggi celebri che risultano estranei alle accuse? Mi rivolgo a Myrta Merlino che, nella sua «L'aria che tira», ha denunciato, confidando nell'impianto accusatorio di Woodcock, l'uso dell'auto di servizio di Papa, con severo disappunto e facendo intervistare vicini di casa perplessi. Ma perché non fa un'inchiesta sull'auto di servizio di Woodcock, e sulla reale necessità che abbia una scorta? E magari anche sui costi delle sue inchieste sbagliate che paga lo Stato? Le risulterà forse che Papa è costato allo Stato infinitamente meno di Woodcock, che ha denunciato persone acclaratamente innocenti. E non dimentichiamo che Woodcock è anche quello che, circonvenendo il vecchio procuratore Lepore, pretendeva di interrogare su questioni di sesso Berlusconi a Palazzo Chigi, senza averne la competenza.
Non è un abuso essere «incompetenti»? E l'incompetenza non comporta uno spreco peggiore di un'auto blu? Troverà Woodcock, un giorno, un magistrato che, non per motivi personali ma per oggettivi riscontri di reato, aprirà un'inchiesta su di lui? In Italia si può processare una persona per bene come il generale Mori, incolpare un giurista
come Giovanni Conso e tollerare che un magistrato pervicacemente sbagli e agisca per protagonismo. Chi ripagherà Papa del carcere ingiustamente subito? Non Woodcock, ma lo Stato. Un altro, evidente, spreco, cara Merlino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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