Spunta una lettera di Valter Lavitola indirizzata all'ex premier Silvio Berlusconi, ma mai recapitata, sequestrata dai pm di Napoli nel pc dell’imprenditore Carmelo Pintabona nell’ambito delle indagini sul presunto tentativo di estorsione ai danni del Cavaliere. Una lettura lunga e piena di refusi. Venti pagine in cui l'ex direttore dell'Avanti accusa il Cavaliere di essere in debito con lui e avanza molte richieste. Nella missiva Lavitola fa riferimento a una serie di vicende, dallo scandalo della casa a Montecarlo di Fini al caso P4, alla storia dei finanziamenti a l’Avanti. Lavitola accusa anche il Cav di essere in debito con lui per aver "comprato" il senatore Sergio De Gregorio, che lasciò l’Idv per aderire al centrodestra. Lavitola sostiene anche di "aver tenuto fuori dalla votazione cruciale Pallaro, fatto pervenire a Mastella le notizie dalla procura di Santa Maria Capua Vetere da dove erano arrivate le pressioni per il vergognoso arresto della moglie".
Poi afferma di "aver lavorato Dini" assieme "a Ferruccio Saro e al povero Comincioli". "Ciò - aggiunge, nella lettera a Berlusconi - dopo essere stato io a convincerLa a tentare di comprare i Senatori necessari a far cadere Prodi". Poi Lavitola parla anche di una presunta promessa di entrare nell'esecutivo: "Lei mi ha ha promesso: più volte di entrare al Governo (persino mi chiamò dopo la nomina della Brambilla e con onestà mi disse che era dispiaciuto di non riuscire solo con me a mantenere la parola); di mandarmi al Parlamento Europeo (alle precedenti presi da solo 54.000 preferenze); di entrare nel Cda della Rai; che il primo incarico importante che si fosse presentato sarebbe stato per me (inizio 2010), di collocare la Ioannuci nel cda dell’Eni; di nominare Pozzessere almeno direttore generale di Finmeccanica".
Lavitola tira fuori anche il caso Montecarlo e parla di una elargizione di circa 400/500.000 euro di rimborso spese, per i documenti relativi alla casa. Il riferimento è al suo viaggio a Santa Lucia, in Centro America, per procurare atti che avrebbero dovuto dimostrare che proprietario effettivo dell’appartamento (un tempo appartenuto ad An) era il cognato di Fini.
Gianfranco Fini dà subito credito alla discutibile lettera e ne approfitta per attaccare: "Dovrei dire che sono soddisfatto e che tempo è galantuomo, invece dico che sono profondamente indignato e spero che gli italiani capiscano chi è Silvio Berlusconi", ha detto, sottolineando di essere stato informato dai servizi segreti che "il documento fornito dallo stato di Santa Lucia era una patacca". Ed ancora: "Provo disgusto nei confronti di una persona che davvero merita di essere conosciuto per quello che autenticamente è. E non mi riferisco a Lavitola. Era tutto organizzato".
Inoltre, Fini ha attaccato Berlusconi definendolo "un corruttore e se vuole mi può querelare". La minaccia di querela non si è fatta attendere.
Infatti, Silvio Berlusconi, in relazione alle dichiarazioni di questa sera di Gianfranco Fini, "ha dato ampio mandato ai suoi legali di esperire tutte le più opportune e necessarie azioni giudiziarie", ha reso noto l’ufficio stampa del presidente del Pdl, aggiungendo che "stupisce che l’On. Fini fondi le sue opinioni su un documento il cui contenuto non è stato in alcun modo avvalorato dal suo asserito autore e non ha avuto alcun riscontro nelle sedi proprie".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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