"Sta donando il sangue". Ammissione dem: il campo largo è un salasso

Tra accordi, disaccordi e alleanze che saltano, i dem sperimentano turbolenze e fallimenti sul campo largo. E Delrio ammette: "Il Pd sta facendo di tutto pur di tenerlo in vita"

"Sta donando il sangue". Ammissione dem: il campo largo è un salasso
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Pur di tenere in vita il centrosinistra, il Pd si sta dissanguando. L'immagine un po' splatter è esattamente quella utilizzata da Graziano Delrio per descrivere l'attuale situazione nell'area progressista. Da quelle parti, del resto, la prospettiva di un campo largo coeso è al momento ancora lontana, come dimostra il caos totale verificatosi in Basilicata, dove Azione e Italia Viva sosterranno il candidato di centrodestra, Vito Bardi. Di fatto, un clamoroso autogol consumatosi all'interno della sinistra, che ancora non ha trovato un centro di gravità permanente per i propri sogni di un'alleanza elettorale stabile.

Il campo largo? "Non dobbiamo perdere la speranza, tutte le cose possono trovare nuova vita sotto diversa forma. Speriamo di rincontrarci con quelli che ci hanno lasciato momentaneamente", ha commentato al riguardo il senatore Pd Delrio, alluendo proprio alle recenti vicissitudini lucane. Poi l'ammissione: "Mi ha sorpreso di più il sostegno di Calenda a Bardi in Basilicata rispetto a quello di Renzi, che un pò aveva fatto capire che poteva andare col centrodestra. Ahimè, Calenda ha detto che sta provando a cambiare strategia sulle regionali e a noi questa scelta non va molto bene".

Qualora il leader di Azione scegliesse di rompere i contatti con il Pd anche in altre consultazioni, i dem si ritroverebbero costretti ad allearsi unicamente con i Cinque Stelle, voltando così le spalle all'elettorato moderato che mal tollera i grillini i e gradirebbe invece un ribilanciamento della costituenda coalizione verso il centro. Su Radio Rai, a chi gli chiedeva se fossero stati i centristi a lasciare il Pd o viceversa, Delrio ha risposto: "Direi proprio loro. Il Pd sta facendo di tutto, sta donando sangue per mantenere in vita il paziente del centrosinistra. Lo dico da medico".

Per quanto possa sembrare esagerata (e forse in parte lo è), l'immagine racchiude un fondo di verità. I tentativi di campo largo sinora sperimentati, infatti, sono costati occasioni ed energie ai dem, ora divisi tra la necessità di presentarsi al voto in coalizione e l'esigenza di mantenere viva la loro identità. Senza cedere terreno ai Cinque Stelle. Ma siccome non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, i piddini stanno al contempo attraversando continue turbolenze proprio nella tenuta del suddetto campo largo o larghissimo.

In Sardegna, ad esempio, l'ammucchiata rossa ha vinto ma con un candidato presidente dei Cinque Stelle. In Abruzzo invece il campo larghissimo (con Renzi e Calenda dentro) ha fallito e per questo i grillini hanno puntato il dito proprio contro i centristi. In Piemonte, invece, Pd e 5s correranno separati, con tanti saluti al campo largo. "C'è stata una grandissima discussione con loro, un grande tentativo di unità", ha detto Delrio sulla situazione a Torino, ma poi l'accordo non c'è stato.

E sullo sfondo ci sono ovviamente le europee, alle quali dem e pentastellati si contenderanno la palma di primi della classe nel centrosinistra. Con tutto ciò che ne conseguirà proprio a livello di possibili e successive alleanze.

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