
Il Comune accelera, il bando per la vendita del Meazza e delle aree limitrofe si chiude il 30 aprile ma già oggi si apre la Conferenza dei servizi sul progetto del nuovo stadio presentato da Milan e Inter. Al tavolo tra gli altri Regione, Ats, prefettura, Arpa Lombardia, Città Metropolitana. Se l'asta finirà senza concorrenti, anche la Conferenza si chiuderà il 30, nel caso altamente improbabile che «vengano presentate proposte alternative» a quella dei club «saranno valutate» oltre quella data ha spiegato ieri l'assessore alla Rigenerazione urbana ieri durante la maxi commissione sul dossier San Siro che si è tenuta nell'aula consiliare. La lettera di convocazione del sindaco fissa comunque la chiusura della Conferenza «entro il 20 maggio», per procedere subito dopo con la compravendita. Obiettivo: cedere entro fine luglio. Saranno «oggetto di contrattazione» i costi delle bonifiche su cui «non abbiamo ancora una stima» precisa Tancredi. Prima di parlare di nuovo stadio, sul vecchio Meazza c'è ancora un nodo aperto tra Comune e società. Il consigliere di FdI Enrico Marcora ha depositato un accesso agli atti e ieri in aula ha chiesto chiarimenti su eventuali canoni di affitto non pagati dalle società: «Sono in regola o stiamo vendendo a società inadempienti?». Tancredi risponde: «Stiamo valutando, sono argomenti un po' a latere». L'assessore allo Sport Martina Riva precisa invece che «i pagamenti del canone ordinario da parte delle squadre risultano tutti in regola, con l'eccezione delle annate 2019-2020 e 2020-2021 (anni del Covid) per cui le squadre hanno contestato l'importo con ricorso davanti al Tar. Le squadre sostengono che ci sia stata una diminuzione di utilizzo a cui avrebbe dovuto corrispondere una diminuzione di canone. Siamo in attesa che si concluda il giudizio che definisca chi ha ragione. In primo grado abbiamo vinto noi, stiamo attendendo la conferma da parte del Consiglio di Stato. Il consigliere Marcora può stare tranquillo». Il Comune aveva stimato la riduzione del canone ricomprendendo nel calcolo degli incassi anche le somme derivanti dai diritti tv, applicando un calo per le stagioni 2020 e 2021 rispettivamente del 22,737% e del 19,59% per un pagamento complessivo di 3,8 milioni. Secondo le squadre la commercializzazione dei diritti tv è svincolata dall'uso dello stadio, il Tar ha ritenuto invece che poichè gli stadi erano chiusi al pubblico la pay tv erano l'unico modo per assistere. Il contenzioso ancora aperto non avrebbe secondo il Comune conseguenze sull'avviso in corso.
In aula, ancora scontro tra giunta e un pezzo della maggioranza contro il nuovo stadio. Il verde Carlo Monguzzi affonda («comanda il sindaco, non si fa nulla che non voglia lui, ma chi comanda il sindaco?») e avverte: «Il 6 febbraio all'apertura delle Olimpiadi 2026 a San Siro andremo a spiegare alla stampa internazionale che lo stadio bellissimo e iconico che ospita i Giochi sarà distrutto». Raccoglie applausi da esponenti del Comitato Sì Meazza in platesa che invece urlano «vergogna» o «sei una marziani» a chi, come la Pd Alice Arienta, difende il piano. Quattro presidenti di commissione su 6 - Monguzzi, il Pd Giungi e Fedrighini del gruppo misto - contestano il San Siro bis e la valutazione del prezzo (73 milioni per il Meazza, 197 in tutto) da parte dell'Agenzia delle Entrate. «Non è il Vangelo, sentiamo un ente terzo». Tancredi non esclude «altre valutazioni ma ci siamo rivolti all'ente più autorevole».
Il consigliere Fi Alessandro De Chirico provoca la sinistra critica: «Presentate una mozione di sfiducia a Sala». E sui social lancia un sondaggio per chiedere ai residenti cosa vorrebbero che fosse realizzato con parte degli incassi e oneri, «dalla piscina olimpionica al cinema al museo di arte moderna».
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