"Le sue non sono scuse. Ecco cosa doveva fare". La giornalista stronca Prodi

L'ex premier in una nota si era "dispiaciuto" per la tirata di capelli (negata fino all'ultimo video). Lavinia Orefici: "Quelle sono giustificazioni"

"Le sue non sono scuse. Ecco cosa doveva fare". La giornalista stronca Prodi
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È forse chiusa la vicenda Romano Prodi? No. E per due motivi molto semplici. Primo: chi ha realizzato il video mandato in onda da La7 e diventato la prova schiacciante contro le bugie dell’ex premier? Secondo: perché tutti dicono che il vecchio Professore si è scusato con Lavinia Orefici, quando non è affatto così?

Sul primo punto, Quarta Repubblica ha ricostruito la vicenda notando alcune incongruenze. All’incontro all’Auditorium di Roma a cui partecipava Prodi erano presenti solo tre troupe televisive: la Rai, l’Ansa e, ovviamente, il programma di Nicola Porro. Non c’era La7, o almeno non con le sue telecamere, anche se ha mandato poi in onda il filmato che incastra definitivamente il Professore. Ma allora, chi l’ha realizzato? Anche se forse non si tratta di tecnici televisivi, di sicuro chi ha realizzato il filmato l’ha fatto utilizzando un occhio giornalistico: il video è in orizzontale, non in formato “smartphone” verticale per intenderci, e riprende correttamente la scena. Proprio come avrebbe fatto un giornalista televisivo. Di sicuro è una persona molto alta. Ma chi può essere? Uno dei visitatori della fiera? Uno tra i volti noti dell’informazione e della politica presenti sul posto? Tommaso Cerno, direttore del Tempo, è convinto che la manina arrivi da dentro il Partito Democratico per screditare il Professore proprio nel momento in cui stava criticando Elly Schlein e cercando di riorganizzare le truppe centriste cattoliche per federare i partiti che si oppongono a Giorgia Meloni. Il fatto che il video fosse stato mandato in onda proprio da Di Martedì, trasmissione vicina alle istanze della sinistra, non ha fatto altro che rinfocolare le speculazioni.

Il secondo punto riguarda invece le “scuse” fornite, una volta sbugiardato, da Romano Prodi. L’ex premier, che in un primo momento aveva negato di aver toccato i capelli alla giornalista parlando di una “mano sulla spalla”, e che aveva minimizzato tutto il patatrac mediatico che ne era conseguito, alla fine è stato costretto alla capitolazione proprio dalla trasmissione di Giovanni Floris. “Il gesto che ho compiuto appartiene ad una mia gestualità familiare - ha detto -Mi sono reso conto, vedendo le riprese, di aver trasportato quasi meccanicamente quel gesto in un ambito diverso. Ho commesso un errore e di questo mi dispiaccio. Ma è evidente dalle immagini e dall'audio che non ho mai inteso aggredire, né tanto meno intimidire la giornalista”. Finte scuse rispedite al mittente proprio da Lavinia Orefici, peraltro neppure citata per nome nel comunicato.

“Questa nota non è una scusa, è una giustificazione - ha detto nello studio di Nicola Porro - A casa mia mi hanno insegnato che quando uno sbaglia dice 'chiedo scusa', o di persona o su carta intestata scrive ‘gentile dottoressa le chiedo scusa per il mio comportamento’. E magari anche un mazzo di fiori, da signore”. Più chiari di così…

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