Tagli alla sanità, caos nel governo

Nella legge di stabilità anche la riduzione della spesa sanitaria di un miliardo. La Lorenzin: "Insostenibili altri tagli". Saccomanni: "Troveremo una soluzione"

Tagli alla sanità, caos nel governo

"Se la legge di stabilità comprendesse nuovi tagli lineari alla sanità pubblica, come trapela da indiscrezioni giornalistiche, salta il servizio sanitario nazionale, e non saranno garantiti i livelli essenziali d’assistenza". È l’allarme che trapela dal ministero della Salute dopo le ipotesi di una nuova "sforbiciata" ai fondi per la sanità pubblica. Tagli che, si precisa dal ministero, "per ora sono solo una indiscrezione". "Ho detto con grande chiarezza che il Sistema Sanitario Nazionale non può sopportare i tagli che abbiamo letto sui giornali, da 1,5 a 3 miliardi - ha tuonato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin - rimangono solo rumor negli scantinati del ministero dell’Economia". Per il momento, però, l titolare dell'Economia Fabrizio Saccomanni si è limitato a promettere che si troverà una soluzione equa.

Le ipotesi circolate parlano di un miliardo in meno, quelli che avrebbero dovuto evitare l’introduzione di nuovi ticket, più tagli a servizi per oltre un miliardo. "La sanità ha avuto tagli per 22 miliardi negli ultimi anni", ha spiegato la Lorenzinil Sistema sanitario nazionale si trova in una fase di ristrutturazione importante e di recupero di risorse dalle regioni. "Se vogliamo mantenere certi standard - ha continuato - non possiamo subire altri tagli". Con nuovi tagli lineari, infatti, il patto per la Salute rischia di saltare: "I risparmi si stabiliscono solo tra ministero e Regioni, non con tagli lineari ma con una mirata lotta agli sprechi. Altrimenti saltano le 15 regioni sotto piano di rientro e sono in difficoltà anche le 5 che hanno i conti in ordine". Al momento, riferiscono le fonti del ministero all’Agi, dal ministero si augurano che un confronto tra Saccomanni e la Lorenzin abbia luogo prima del Consiglio dei ministri che domani dovrà varare la legge di stabilità, per chiarire la questione evitando che il "caso" scoppi proprio in Consiglio dei ministri. Peraltro, si fa notare, la "sforbiciata" potrebbe riguardare anche altri dicasteri, seppure con entità minori, quindi è bene che ci sia una discussione collegiale su come e dove reperire i fondi necessari. Dal canto suo Saccomanni si è limitato a dirsi ottimista: "Alla fine si troverà una soluzione equa per tutti".

Non è solo il ministero della Salute ad essere preoccupato per i tagli previsti da Saccomanni. Pd e sindacati sono, infatti, sul piede di guerra. In vista del varo della legge di stabilità, i dem fanno squadra per dare forza alle proposte che chiedono essere inserite nel provvedimento economico. Proprio per questo il segretario Guglielmo Epifani ha incontrato nella sede del partito il ministro per i Rapporti col parlamento Dario Franceschini, il viceministro all’Economia Stefano Fassina, il responsabile economico del Pd Matteo Colaninno ed il capogruppo al Senato Luigi Zanda. Secondo Epifani, l'esecutivo deve dare "un altro segnale di inversione di tendenza e di fiducia rispetto alle attese dei cittadini chiudendo finalmente la stagione dei tagli continui alla sanità". Sulla stessa linea anche i sindacati che hanno invitato il governo a smentire coi fatti la riduzione del finanziamento al sistema sanitario nazionale. "Un taglio dall’attuale spesa sarebbe devastante per la tenuta dei servizi ai cittadini e per la qualità del lavoro di medici e operatori sanitari.

Siamo all’allarme rosso, al limite della sussistenza", ha tuonato la Cgil che, attraverso Cecilia Taranto, ha chiesto di "scongiurare ulteriori pesanti riduzioni dei livelli essenziali di assistenza, a partire dalla cancellazione dell’aumento dei ticket, che si tradurrebbero in altri 2 miliardi di tagli alla salute".

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