'Tele-Meloni' nel mirino, ma la Rai di Conte era peggio

Le cririche alla Rai targata Meloni non mancano, ma durante l'era giallorossa a dettar legge erano Casalino-Conte

'Tele-Meloni' nel mirino, ma la Rai di Conte era peggio
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Le critiche nei confronti del nuovo corso Rai voluto da Giorgia Meloni si sprecano e diventano sempre più originali. Secondo Il Domani, infatti, ora la tivù pubblica sarebbe poco sovranista. “Dopo sei mesi in servizio, della rivoluzione ideologica non c’è traccia”, è la tesi di fondo del quotidiano edito da Carlo De Benedetti. Ora, le alternative sono due: o la nuova Rai è davvero “Tele-Meloni” oppure, come sostiene Il Domani, della rivoluzione sovranista non c’è traccia. In ogni caso, i critici verso la Rai di stampo meloniano concordano nel demolire la tivù di Stato per i bassissimi ascolti che sta portando a casa. Ma, se da un lato è vero che alcuni programmi faticano a decollare, dall’altro lato è pur vero che il programma radiofonico condotto da Francesco Storace e Vladimir Luxuria va a gonfie vele. Detto ciò, chi parla di “Tele-Meloni”, forse, ha evidentemente una scarsa memoria del recente passato.

Dal 30 gennaio 2020, giorno in cui due turisti provenienti dalla Cina sono risultati positivi al Covid, la presenza televisiva dell’allora premier Giuseppe Conte è cresciuta a dismisura. Le sue interminabili conferenze stampa hanno accompagnato gli italiani per tutto il periodo del lockdown (e oltre). In Rai, a dettar legge era Rocco Casalino, il plenipotenziario portavoce del premier Conte. Sia l’Agcom sia l’Ordine dei giornalisti fecero ben poco per fermare quelle finte conferenze stampa, costruite ad arte per evitare una reale interazione con i giornalisti.

“Ho presentato due esposti all’Agcom nei giorni scorsi per chiedere se sia accettabile che il Tg1, unico tg in Italia a farlo, decida di aprire quasi tutti i giorni con il presidente del Consiglio, a prescindere se faccia notizia o meno. Ho chiesto se i toni utilizzati dal Tg1, spesso da Istituto Luce, siano compatibili con un’informazione da servizio pubblico”, denunciò all’epoca il deputato renziano Michele Anzaldi, segretario Generale della Commissione di Vigilanza Rai nella scorsa legislatura. L’egemonia grillina in Rai, però, durò anche dopo la fine del governo Conte, proprio come mise in evidenza il senatore azzurro Maurizio Gasparri nel 2021: “Casalino ovunque, monopolizza spazi sulla Rai. I grillini dimostratisi degli inadeguati lottizzatori dei posti di governo e condizionatori della tv pubblica, continuano ad avere un'audience spropositato.

Non c'è più il governo Conte-Casalino, ma la Rai continua ad essere megafono di questi soggetti. Quando finirà il Casalino show?”. Polemiche continue e trasversali che sono arrivate da più parti nei confronti dell’onnipresente e mega-osannato premier Conte.

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