Piantedosi: "Tragedia che ci addolora e ci interroga, in queste condizioni non si deve partire"

La tragedia in Calabria ha scosso l'opinione pubblica: il ministro Piantedosi richiama anche l'Europa per trovare soluzioni a queste disgrazie

Piantedosi: "Tragedia che ci addolora e ci interroga, in queste condizioni non si deve partire"

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi è intervenuto sul naufragio in Calabria, costato la vita a decine di persone. Dopo un'intera giornata di polemica strumentale da parte della sinistra, che imputa al governo Meloni parte della responsabilità della tragedia, il ministro dell'Interno ha dichiarato: "Quanto accaduto a Cutro è una tragedia che ci addolora e ci interroghiamo come sia possibile spingersi fino al punto di coinvolgere donne e bambini in traversate così pericolose".

Il responsabile del Viminale ha spiegato come si sta muovendo l'Italia per evitare queste tragedie: "Libia e Turchia fanno tanto per non far partire i migranti. Tra Tunisia e Libia, da quando è in carica questo governo, sono state intercettate e riportate indietro 24 mila persone e ne sono arrivate 14 mila. Un grandissimo lavoro che è sostenuto anche da noi". Il ministro dell'Interno: "Il tema è sempre quello delle partenze. C'è questa vocazione alle partenze sostenuta da un coro generale di consenso, come se la soluzione di questo fenomeno si risolva incoraggiando tutti a venire anche in condizioni drammatiche. Noi stiamo cercando di implementare la capacità di altri paesi di intervenire anche se talvolta siamo criticati, ma questo lavoro rientra nella logica di parlare di salvataggi anche quando si mandano indietro le persone". Sul ruolo dell'Europa, il ministro ha aggiunto: "L'Europa siamo noi. Probabilmente deve fare qualcosa di più e il governo oggi può segnare un cambio di linguaggio in nostro favore. Il passaggio dalle parole ai fatti è di fondamentale importanza".

Quindi, il ministro ha aggiunto: "Non devono partire. Quando si è in queste condizioni non bisogna partire. Lanciamo al mondo, ai territori da cui queste persone partono, questo messaggio che è etico prima di tutto: non bisogna partire".

In più, il ministro ha confermato che il bilancio provvisorio del naufragio al largo delle coste crotonesi è di 59 morti, di cui 21 sono uomini, 24 donne e 14 minori (9 maschi e 5 bambine). "Dovrebbero essere tra 20 e 30 persone che mancano all'appello", ha aggiunto dopo una riunione in Prefettura a Crotone.

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