Un trappolone per Mario Monti (via Passera)...

Per diciotto anni il nemico è stato Berlusconi. Ora nel mirino di Repubblica c'è Monti e il suo governo

Un trappolone per Mario Monti (via Passera)...

Per diciott’anni il nemico è stato Berlu­sconi, ora nel mirino ci sono Mario Monti e il suo governo. Parliamo della lobby di La Repubblica, che fin dalla sua fondazione, 1976, insegue senza successo l’obiettivo di essere il salotto decisore delle que­stioni politiche italiane. In realtà non solo non ne ha mai azzeccata una, ma essere prescelti e baciati dal quotidiano di sinistra porta pure ma­le. Per credere, chiedere a De Mita, Craxi, Segni, Cofferati, Prodi, Veltroni, Franceschini, Rutel­li, Bersani, Fini e a tanti altri. Viceversa, Scalfari e il suo editore De Benedetti hanno allungato la vita ai loro nemici storici, in primis quel Silvio Berlusconi del quale hanno celebrato almeno una quarantina di funerali.

Fosse solo per questo, Monti potrebbe dormi­re sonni tranquilli. La corazzata giornalistica corrisponde a una scialuppa politica. Peso ze­ro, altrimenti le cose sarebbero andate diversa­mente. Già, perché De Benedetti si sta accorgen­do di aver perso un’altra volta. Quella delle di­missioni di Berlusconi è stata per lui una vitto­ria di Pirro, il Paese non è finito nelle mani di quel clubbino di intellettuali anziani e tristi che dalle colonne del quotidiano tromboneggiano sulle cose da fare. E non solo. Si comincia a deli­neare chiaro che anche il dopo Monti non sarà targato La Repubblica , per cui apriti cielo.

Per la verità, più che Monti da quelle parti fa paura Corrado Passera che in molti danno co­me a un passo da qualche cosa di molto impor­tante. De Benedetti non fa mistero che l’uomo proprio non gli va. E dire che Passera, prima alla Mondadori e poi alla Olivetti, fu un braccio de­stro dell’ingegnere. Forse questo è già un moti­vo sufficiente per cercare di sbarrargli la strada. Già De Benedetti non accettò che un suo collega imprenditore, Silvio Berlusconi, fosse riuscito economicamente e politicamente dove lui ave­va fallito, figuriamoci se può digerire che un suo ex dipendente lo scavalchi nella leadership del Paese.

I motivi, ovviamente, sono anche altri, più complessi e probabilmente indicibili. Per ab­battere Berlusconi, La Repubblica fece asse con i pm d’assalto.

Siamo curiosi di vedere che trap­pola si inventeranno per fermare sul bagnasciu­ga il duo Monti­ Passera. Proveranno forse a con­vincere qualcuno a farli cadere prima del fine mandato? È un’ipotesi all’ordine del giorno.

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