Un'Alta corte per giudicare i magistrati: cosa può cambiare per la Giustizia

Entro un mese il ministro Nordio presenterà in Consiglio dei ministri il ddl costituzionale che modificherà l'ordinamento della magistratura: tra i vari provvedimenti, potrebbe essere inserita

Un'Alta corte per giudicare i magistrati: cosa può cambiare per la Giustizia
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Sta ormai per prendere sempre più corpo la riforma complessiva della giustizia che vedrà una modifica della Costituzione. Come giù più volte annunciato da lui stesso nelle ultime settimane, Carlo Nordio presenterà a breve un disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati. Il termine previsto per il licenziamento di questo ddl è la scadenza delle elezioni europee: il Consiglio dei ministri apposito verrà quindi convocato prima del prossimo 8 giugno.

Le riunioni della maggioranza su questo capitolo sono diventate più frequenti e, stando a quanto sarebbe emerso in quella odierna avvenuta nel tardo pomeriggio a Palazzo Chigi - alla presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del sottosegretario Alfredo Mantovano, tra il ministro Nordio, i sottosegretari di Via Arenula, i presidenti delle Commissioni di Camera e Senato e i responsabili Giustizia dei partiti di maggioranza -, si sarebbe stabilito anche di accelerare al massimo sul provvedimento per l'eliminazione dell'abuso d'ufficio.

Come funzionerebbe l'Alta Corte

Tuttavia, tra le tante proposte sull'ampia revisione della giustizia nella Carta, è spuntata anche l'ipotesi dell'istituzione di un'Alta Corte che giudichi gli eventuali illeciti commessi da tutti i magistrati (sia giudicanti sia requirenti) e le controversie sulle nomine. Un tema che viene ripreso dalla cosiddetta "bozza Boato" che era stata messa a punto dall'allora deputato Marco Boato (Verdi) durante la Bicamerale per le riforme di Massimo D'Alema (1997-1998). Secondo questo progetto, "la Corte di giustizia della magistratura" si sarebbe dovuta occupare dei "provvedimenti disciplinari nei riguardi dei giudici ordinari e amministrativi e dei magistrati del Pubblico ministero".

"La Corte - si leggeva ancora nella bozza - è altresì organo di tutela giurisdizionale in unico grado contro i provvedimenti amministrativi assunti dai Consigli superiori della magistratura ordinaria e amministrativa". La "Corte è formata da nove membri, eletti tra i propri componenti dai Consigli superiori della magistratura ordinaria e amministrativa". Nelle prossime settimane si capirà se ci potrà essere un qualche tipo di variazione da questo punto di vista. Resta comunque il fatto che il governo Meloni, tramite l'operato del Guardasigilli Nordio, è davvero in procinto di porre dei cambiamenti significativi relativi sia al funzionamento della giustizia sia all'operato di tutti i magistrati, con annessi giudizi e valutazioni specifici.

Gli altri provvedimenti della riforma

Il ministro Nordio ha anche illustrato la separazione delle carriere dei magistrati (distinti tra giudicanti e requirenti e dunque con diversi concorsi di accesso) e l'istituzione di due Csm. Sarebbe invece ancora in corso un dibattito sul metodo di elezione dei togati, per stabilire se sarà a sorteggio "secco" o "mediato". In quest'ultimo caso, per la componente togata, i magistrati candidabili al Consiglio superiore della Magistratura che verranno sorteggiati sarebbero poi sottoposti a successiva selezione. Si escluderebbe invece l'ipotesi della nomina di metà dei componenti del Csm da parte del governo. Sempre secondo le valutazioni in campo, vi è l'aumento del numero dei membri laici dei Consigli, almeno un quarto nominati dal Parlamento.

Dibattito aperto anche sulla presidenza dei due Csm: prevale l'ipotesi che resti il Presidente della Repubblica a presiederli, ma non si può ancora escludere l'eventualità che la scelta ricada sul primo presidente della Corte di Cassazione e sul procuratore generale presso la Corte, entrambi rispettivamente per i due distinti Consigli. Tra i temi ancora aperti l'esercizio dell'azione penale e la sua discrezionalità.

Il proposito potrebbe essere quello di riformare l'articolo 112 della Costituzione, in cui è attualmente prevista l'obbligatorietà dell'azione penale, introducendone invece la discrezionalità. E le priorità di questo esercizio potrebbero ad esempio essere stabilite per legge.

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