Unioni civili, 7 anni fa l'approvazione: cosa prevede la legge e cos'è cambiato

L'11 maggio 2016 la Camera ha approvato il ddl Cirinnà. Unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze

Unioni civili, 7 anni fa l'approvazione: cosa prevede la legge e cos'è cambiato
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Polemiche interminabili e discussioni all'interno della maggioranza avevano rallentato il percorso della legge sulle unioni civili, che alla fine ha ricevuto il via libera definitivo l'11 maggio 2016. Esattamente 7 anni fa la Camera dei deputati aveva approvato in via definitiva il ddl Cirinnà (372 favorevoli, 51 contrari e 99 astenuti), promulgata nove giorni dopo dal presidente della Repubblica. Dalle unioni civili tra persone dello stesso sesso alla disciplina delle convivenze: cosa è cambiato in seguito alla mossa del governo guidato da Matteo Renzi.

Cosa sono le unioni civili

L'unione civile è l'unione sentimentale tra due persone maggiorenni dello stesso sesso, che accedono all'istituto in questione potendo godere di gran parte dei diritti e degli obblighi delle coppie sposate. I fautori della legge sostengono che sia stato un passo necessario per porre fine alle discriminazioni delle coppie omosessuali che intendono unirsi civilmente e che vogliono registrare la loro convivenza.

Cosa prevede la legge

La legge istituisce l'unione civile tra persone dello stesso sesso come specifica formazione sociale ai sensi degli articoli 2 e 3 della Costituzione e reca la disciplina delle convivenze di fatto. Si costituisce attraverso una dichiarazione di fronte all'ufficiale di Stato civile e alla presenza di due testimoni.

Allo stesso tempo sono definite le principali quattro cause che impediscono la costituzione delle unioni civili: la sussistenza di un vincolo matrimoniale o di un'unione civile tra persone dello stesso sesso; l'interdizione di una delle parti per infermità di mente; la presenza tra le parti dei rapporti di parentela (compreso lo zio e il nipote e la zia e la nipote); la condanna definitiva di un contraente per omicidio consumato o tentato nei confronti di chi sia coniugato o unito civilmente con l'altra parte.

Diritti e doveri

Con la costituzione dell'unione civile le parti acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. Non solo: ne deriva "l'obbligo reciproco all'assistenza morale e materiale e alla coabitazione". In considerazione delle propria capacità di lavoro professionale e casalingo, entrambe le parti sono tenute a contribuire ai bisogni comuni. Tra di loro concordano l'indirizzo della vita familiare e fissano la residenza comune; inoltre a ciascuna delle parti "spetta il potere di attuare l'indirizzo concordato".

Con la dichiarazione all'ufficiale di Stato civile le parti possono stabilire di assumere un cognome comune scegliendolo tra i loro. "La parte puo' anteporre o posporre al cognome comune il proprio cognome, se diverso, facendone dichiarazione all'ufficiale di Stato civile", si legge nel testo. La violenza è ritenuta causa di annullamento del contratto "anche quando il male minacciato riguarda la persona o i beni dell'altra parte dell'unione civile costituita dal contraente o da un discendente o ascendente di lui".

Le novità sulle convivenze

La legge contiene anche la definizione esatta per i conviventi di fatto: rientrano in tale perimetro due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un'unione civile. Hanno gli stessi diritti spettanti al coniuge nei casi previsti dall'ordinamento penitenziario. Di fronte a una malattia o a un ricovero, i conviventi di fatto "hanno diritto reciproco di visita, di assistenza nonché di accesso alle informazioni personali".

Monica Cirinnà, la "madre" del ddl

In molti avevano paventato il rischio che potesse rappresentare l'anticamera delle adozioni gay, ma dal suo canto Monica Cirinnà ha sempre difeso a spada tratta il disegno di legge di cui può essere considerata madre.

"Il contrario della parola discriminazione è uguaglianza. Non è ideologia, è semplicemente giustizia", aveva dichiarato. Il testo ha creato divisioni anche all'interno del Partito democratico stesso, tanto che è stato necessario rivedere l'impianto originale per arrivare all'ok definitivo.

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