"Se volete vincere mettevi d'accordo, se volete perdere continuate così". Romano Prodi non ci va tanto per il sottile e, nel corso presentazione del libro Capocrazia di Michele Ainis, tira le orecchie al suo interlocutore, Giuseppe Conte, reo di aver posto il veto su Azione per le Regionali in Basilicata.
Pronta la replica del leader del M5S: “Non esprimiamo dei veti, nel nuovo corso c’è una politica con il sorriso che vuole rispettare gli altri. Ma è difficile se devi lavorare con leader che pubblicamente dichiarano che l’obiettivo è distruggere il Movimento 5 Stelle”. Giuseppe Conte ha, poi, ricordato che in Sardegna si è "stravinto" (in realtà, i voti di scarto, alla fine, sono stati solo 1600 ndr...) anche senza l'alleanza col Terzo Polo di Carlo Calenda che appoggiava la candidatura dell'ex presidente Renato Soru e ha concluso: "Se non c'è coerenza, concretezza, allargare il campo per una sommatoria politica non funziona".
L'evento, però, è stato soprattutto l'occasione per parlare di premierato. "Meloni non ci deve raccontare la frottola che non viene toccato il ruolo del presidente della Repubblica", ha attaccato Conte che ha descritto il premierato come "un inganno" perché "confonde il problema della stabilità con quella dell'intensità dei poteri" del presidente del Consiglio e "sconvolge completamente l'assetto costituzionale". Una riforma che nasce dalla preoccupazione della Meloni di andare a toccare i poteri del Capo dello Stato."L’elezione diretta del premier non è una bestemmia dal punto di vista costituzionale", aggiunge il leader del M5S ricordando che questo era un tema di cui si discuteva già durante la Prima Repubblica, ma il rimedio proposto "squilibra completamente l’assetto costituzionale" perché il premier avrebbe "un potere di ricatto implicito" di staccare la spina quando preferisce. La soluzione, secondo lui, è cambiare la legge elettorale, tornando al proporzionale con una soglia di sbarramento "seria" e reintroducendo le preferenze.
Prodi, dal canto suo, mette in evidenza il fatto che con il premierato"non c'è più l'equilibrio dei poteri" perché la figura sia del Presidente della Repubblica sia del Parlamento vengono diminuite, mentre la legge elettorale è più importante delle riforme costituzionali e deve dare stabilità. In tal senso, quella che predilige l'ex leader dell'Ulivo è l'uninominale a doppio turno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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