"Io, il chico de oro del thriller spagnolo, prigioniero dei segreti della Regina rossa"

Lo scrittore Juan Gómez-Jurado racconta il nuovo capitolo della saga milionaria

"Io, il chico de oro del thriller spagnolo, prigioniero dei segreti della Regina rossa"
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Lo chiamano «l'uomo dei record del thriller» (ma i suoi figli l'hanno soprannominato «Regino rosso»): in Spagna è il più venduto di sempre, con 3 milioni e mezzo di copie e 6 milioni di spettatori per la serie tv di Amazon Regina rossa tratta dai suoi romanzi, tutti pubblicati in Italia da Fazi. Juan Gómez-Jurado, madrileno, classe 1977, esce con il suo nuovo romanzo, Tutto torna (Fazi, pagg. 516, euro 20), secondo capitolo della sua seconda trilogia appartenente all'universo della «Regina rossa». Giornalista e romanziere, ormai tradotto in oltre 40 lingue, Jurado riporta in scena con questo titolo tre donne «pronte a tutto»: Aura, che all'inizio di Tutto torna troviamo in prigione, sull'orlo della morte, Mari Paz, ex legionaria ed ex alcolista e Sere, «ingegnera informatica», hacker di vocazione e ladra per amicizia...

Ci descrive Tutto torna?

«È una storia di segreti che nessuno vuole rivelare, di decisioni che ci perseguitano e del prezzo che siamo disposti a pagare per proteggere ciò che conta di più».

Come si collega con la saga «Regina rossa»?

«I collegamenti con i romanzi precedenti non sono casuali: tutto è parte di un grande puzzle. Fin dall'inizio, quando ho iniziato a immaginare l'universo della Regina Rossa, sapevo di voler costruire una rete di storie che funzionassero sia in modo indipendente che insieme».

Tre donne, tre personalità. Che cosa hanno in comune?

«Sono donne forti che affrontano le avversità ognuna a modo suo. Aura è calcolatrice, fredda e astuta, sempre al limite, ma ha perso tutto. Mari Paz è diretta, coraggiosa, con un'energia travolgente. Sere ha una vulnerabilità che la rende più umana, più accessibile, ma anche una forza interiore che la aiuta a superare le proprie paure».

Dieci anni per sette romanzi. Momenti di disperazione?

«Tanti. Scrivere una saga così ampia, ma anche piena di collegamenti e colpi di scena, non è facile. C'erano giorni in cui non riuscivo a vedere la fine Ogni volta che pensavo di non farcela più, però, qualcosa mi spingeva a continuare: sapevo che c'era qualcosa di importante che aspettava di essere raccontato. La perseveranza è la chiave.

Mai venuto il blocco dello scrittore?

«Il blocco è una realtà: ci sono giorni in cui non sai come proseguire, le parole non scorrono e la paura di non essere abbastanza bravo prende il sopravvento. Pensavo: E se quello che scrivo non avesse senso? Se i lettori non lo capissero?. Ma bisogna fidarsi dell'intelligenza del lettore».

Chico de oro del thriller: qual è il segreto?

«Non ho un segreto magico, ma ho alcuni rituali che mi aiutano a entrare nel processo creativo. Scrivo quasi sempre di notte. E sono molto meticoloso con i dettagli».

Presto tutto questo sarà prodotto dall'intelligenza artificiale?

«L'intelligenza artificiale è in grado di generare testo, modelli di apprendimento, produrre contenuti rapidamente, imitare stili e generare idee, ma è difficile per me immaginare che possa creare universi complessi.

La narrazione non è solo un insieme di parole: è emozione, connessione con i lettori, visione del mondo. All'IA manca l'esperienza. In questo senso non mi spaventa, ma mi seduce: sarà sempre lo scrittore a portare la storia in vita».

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