«Io e la mia vita nomade» Così nasce una star italiana

Quando si dice fare le cose in grande. Stasera, finale di stagione per i Pomeriggi Musicali con uno special superstar: la «Nona» di Beethoven. L’orchestra da camera per antonomasia di Milano lascia la tradizionale sede del Dal Verme e si sposta agli Arcimboldi, dove alle 21 il direttore stabile (ormai da tre anni) Antonello Manacorda darà spazio al capolavoro del compositore romantico: «È un vero masterpiece - sottolinea Manacorda -, la vera pietra centrale nell’arco del sinfonismo, dopo la quale nulla è stato più come prima. Un’opera fondamentale, non soltanto sotto il profilo musicale ma anche umano. Insomma: la summa del lavoro compositivo di Beethoven scritta nonostante la sordità totale dell’autore. Poi, nella preparazione, la “nona“ è davvero impegnativa, fisicamente e mentalmente. Un lavorone, che ti svuota un po’ dentro. E quando la esegui, è un terno al lotto: non si sa mai, dipende dall’emotività, dalla situazione, dal momento...» Un’esecuzione «diversa» anche per i Pomeriggi, compagine matura al punto da potersi «allargare» a interpretazioni di composizioni complesse e articolate come, appunto, è la «Nona», che prevede qualcosa come 120 persone sul palco e introduce il canto nel sinfonismo. «Il fattore identità è assolutamente fondamentale per un’orchestra - riprende Manacorda -, e i Pomeriggi camminano nel solco della tradizione che da sessant’anni la collocano al centro della vita culturale della città, accanto - ma mai in concorrenza - a grandi filarmoniche come la Verdi e la Scala. Per questo ci possiamo permettere di fare degli “esperimenti“, che vedranno il prossimo gennaio l’esecuzione della quarta di Mahler: la più “cameristica“ delle sinfonie mahleriane, un progetto che mi stava particolarmente a cuore e, l’anno successivo, la seconda di Brahms. E poi, parlo per esperienza, è più facile far suonare un repertorio “grande“ a un’orchestra “piccola“ normalmente di 40 elementi come i Pomeriggi, che il contrario: è una questione “fisica“, di puro adattamento». Manacorda è soddisfatto del lavoro che sta conducendo alla guida dell’orchestra: «Siano alla vigilia della quarta stagione consecutiva e quello di crescere insieme è un lavoro molto sottile. Sto facendo semplicemente il mio lavoro, ma l’approfondimento e l’affinamento della conoscenza reciproca è l’elemento determinante per poter andare alla ricerca di nuovi linguaggi, in linea con il repertorio della giusta taglia per un’orchestra come i Pomeriggi - e penso a Mozart, Haydn, Beethoven - ma anche aprirsi appunto ad “esperimenti“ più arditi». All’appuntamento di stasera, insieme con l’orchestra, il coro As.Li.

Co del Circuito lirico lombardo, diretto da Antonio Greco; oltre ai solisti Ida Falk Winland, soprano; Romina Tomasoni, mezzosoprano; Luca Canonici, tenore; Ugo Guagliardo, basso (info: 02-641142212/214, www.teatroarcimboldi.it).

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