La scrittrice torinese Stefania Bertola è unappassionata lettrice delle avventure di Harry Potter.
Comè nata la passione?
«Pubblico i miei romanzi con leditore italiano della Rowling, Salani. Quando è scoppiato il fenomeno, mi sono fatta regalare i primi due libri e mi sono subito innamorata della storia e dei personaggi. Da allora, leggo ogni nuovo episodio in inglese».
Che cosa la colpisce in particolare?
«La dote migliore della Rowling è la capacità dimmaginarsi in modo coerente interi mondi, come forse nessuno faceva dai tempi di Dickens o Tolkien. Entrando in quei mondi, tutto a un certo punto sembra perfettamente reale e plausibile. Non cè nulla di piatto o ripetitivo. E poi la qualità della scrittura è molto alta, le scelte lessicali appropriate e il ritmo denso».
Difetti?
«Forse nellultimo libro compare un certo desiderio di complicare le cose, magari allo scopo di allungare la narrazione di un centinaio di pagine. Ma i fili della trama si riannodano sempre e ogni aspetto della vicenda assume un significato».
Personaggio preferito?
«Piton (Severus Piton, il professore più odiato da Harry Potter, ndr). È un cattivo, un nemico, ma anche pieno di sfumature psicologiche. Uno che ti sorprende fino alla fine, e anche allora hai la sensazione che ti nasconda dei segreti».
Permetterebbe a una sua figlia di uscire con Harry Potter?
«Certo. Potter è ambiguo, ma in positivo.
Crede che questo libro sia lultimo della saga?
«Credo di sì, anche se per lautrice non devessere facile. Proverà lo stesso trauma dei Beatles quando si sono sciolti».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.