Meno tempo per ciascun medium ma più media per (quasi) tutti. Questa è in estrema sintesi la conclusione dell'ultima ricerca sui rapporti che intercorrono fra gli italiani e quelli che una volta si chiamavano mezzi di comunicazione di massa. Che poi sarebbero, in ordine storico di apparizione, i manifesti, i giornali, la radio, la tv e internet. Lo studio, realizzato dalla Gfk-Eurisko a uso e consumo degli inserzionisti pubblicitari (e di chi a questi ultimi vende i cosiddetti piani media) è costellato dei tecnicismi di origine anglosassone che infarciscono il gergo degli «indagatori sociali». Ma contiene informazioni utili anche ai non addetti ai lavori. Come si dice, certe cose è meglio saperle che non saperle...
Nello studio sono illustrati i risultati emersi nel 2009 dalla messa in atto dell'Eurisko Media Monitor, la strumentazione di indagine con la quale la società di ricerca analizza la multimedialità degli italiani e che si basa su un campione di 7.000 persone i cui contatti con i media (tv generaliste, satellitari e digitali, radio nazionali, una selezione di radio locali, quotidiani di varia natura, riviste settimanali e mensili, cinema, pubblicità via posta, cartellonistica delle più disparate metrature e collocazioni e iniziative di promozione in supermercati e centri commerciali) sono monitorati minuto per minuto per 28 giorni.
Ed ecco alcuni dei risultati più significativi. L'esplosione della tv satellitare e di internet non ha sottratto «fruitori» ai media tradizionali ma ha ridotto il tempo trascorso da quegli stessi fruitori con giornali o tv generaliste. La crescita di internet è significativa in tutti i segmenti della popolazione e non soltanto per i cosiddetti protagonisti giovanili (che passano dal 29% nel 2006 al 52% di penetrazione nel 2009); sul totale della popolazione, questo valore, infatti, passa dal 18 al 32% nello stesso arco di tempo. Quasi un raddoppio. La tv satellitare produce segmentazione, con tre aree caratterizzate da questo consumo; la «multimedialità per lo sport», (lo sport è ormai satellitare per definizione), un'area femminile evoluta che si chiama «tv e intrattenimento» e infine la «medialità cool», lo stile di un gruppo giovanile elitario, attivo, con professioni concentrate nel terziario avanzato, sensibile ai fenomeni di innovazione e diffusore di nuove tendenze presso altri gruppi. La tv generalista resta molto trasversale: copre sostanzialmente tutte le fasce socioculturali ma se su certi segmenti la sua copertura rimane alta, il tempo speso è molto inferiore.
Per quanto riguarda la stampa, in questo periodo imputata di avere maggiori cadute di penetrazione, la diminuzione è piuttosto contenuta e riguarda solo le periferie socio culturali mentre la tenuta nelle fasce socio culturali più alte è ottima. Interessante, infine, la tenuta d'ascolto della radio, in tutte le fasce: in passato la radio colpiva i target femminili perché stanziali. Adesso questo ruolo è stato sostituito dalla televisione generalista e la radio è diventato l'ascolto della mobilità. è come se questo mezzo si fosse interamente «rifondato» dal punto di vista del pubblico e quindi anche dal punto di vista dei pubblicitari. La radio è il tipico ascolto da auto, quindi inizialmente più maschile e solo in questi ultimi tre anni anche femminile, ma sempre legato alla mobilità.
Quanto ai diversi stili di medialità più interessanti per gli inserzionisti, sono: Monomedialità (tv generalista, penetrazione media 13,6%: anziani con prevalenza femminile, della piccola provincia meridionale, composto da pensionate e casalinghe con limitato tempo trascorso fuori casa e zero tempo sui media evoluti);
Multimedialità basica (penetrazione media 13%: anziani di istruzione modesta con massima presenza di pensionati e una leggera prevalenza femminile, alla tv generalista si aggiunge una buona fruizione di quotidiani locali e di periodici);
Tendenza Mediaset (penetrazione media 16,7%: gruppo prevalentemente femminile composto da donne di età centrale, soprattutto casalinghe e operaie impegnate e attive ma con istruzione e reddito medio bassi e tempo dedicato ai media monopolizzato dalla tv generalista privata);
Tv e periodici di intrattenimento (penetrazione media 8,9%: gruppo femminile concentrato al Centro-Sud, con reddito e istruzione nella media, ed elevata presenza di casalinghe mobili e attive che fruiscono della tv satellitare per fiction e film ma anche di internet e della stampa periodica;
Transmedialità giovane (penetrazione media 12,5%: tribù di studenti non occupati, giovani e giovanissimi, con prevalenza del Nord, istruzione alta e reddito basso o medio basso, che passa molto tempo fuori casa, frequenta molti media ma dedicano a ciascuno pochissimo tempo - poca tv con l'eccezione dei canali musicali e di Italia 1 - naviga in internet, ascolta la radio e va volentieri al cinema);
Multimedialità per lo sport (penetrazione media 5,5%: commercianti, artigiani, operai, prevalentemente residenti in Italia Centrale, con istruzione e reddito medi e grande interesse per lo sport, in particolare per il calcio, che si informano anche attraverso la stampa d'informazione locali);
Multimedialità iperselettiva (penetrazione media 7,8 %: uomini e donne istruiti ed evoluti, residenti principalmente al Nord, con figli piccoli, una vita sociale e professionale vivace e reddito elevato; pur disponendo di strumentazioni evolute come flat screen e home theatre hanno pochissimo tempo per la Tv (un terzo rispetto alla media; sono quasi in media per il tempo dedicato a Internet, radio, stampa quotidiana e periodica);
Multimedialità cool (penetrazione media 7,4 %: gruppo elitario giovanile, istruito, attivo, con professioni concentrate nel terziario avanzato, recettore dei fenomeni di innovazione e diffusore di tendenze per altri gruppi; tempo limitato ai mezzi e ai contenuti di tendenza e moda; pochissima tv generalista e molta tv satellitare; attenzione a internet, cinema, radio e stampa, tutti in dosi ridotte);
Internet e gli altri Media (penetrazione media 9,9 %: giovani adulti metropolitani, colletti bianchi, redditi discreti; nuovi Peter Pan che stazionano nella famiglia d'origine e dedicano all'entertainment e all'informazione un tempo superiore alla media.
Stampa e gli altri Media (penetrazione media 4,8 %: l'élite tradizionale della società italiana: preponderanza maschile ed età centrale/matura, reddito e istruzione molto alti; centratura sulla stampa, soprattutto quotidiani, anche free press e periodici, con un tempo di esposizione nella media dove trovano spazio anche radio, internet, il cinema e Rai 3 come tv prevalente.
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