Alberoni tra amore, ateneo e politica

Alla Iulm un convegno per il grande sociologo

Alberoni tra amore, ateneo e politica
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«Francesco Alberoni ha segnato la svolta dell'Università Iulm verso il mondo della modernità e delle scienze della comunicazione» afferma Giovanni Puglisi, professore emerito, presidente del Consiglio di amministrazione dell'ateneo e rettore dal 2001 al 2015, in successione proprio ad Alberoni. Che è stato a lungo anche prestigiosa firma del Giornale.

E proprio la Iulm, a un anno dalla sua scomparsa, ricorderà il sociologo domani con un evento aperto a cui parteciperanno, tra gli altri, anche Gianni Canova, Pupi Avati, Paolo Del Debbio, Vittorio Sgarbi e Santo Versace. Puglisi arrivò a Milano da Palermo su chiamata di Alberoni. Per Alberoni l'Università «era come una tribuna» e secondo Puglisi «è una persona che ha lasciato più tracce nella cultura italiana» che non nel mondo accademico. Un'impronta indelebile scolpita soprattutto attorno a due grandi temi: i movimenti politici e l'amore. «Alla fine degli anni Ottanta con Movimento e istituzione - continua Puglisi - ebbe l'intelligenza di codificare la grande dicotomia tra la vitalità dei movimenti e la loro fine quando diventano partiti. Era rettore a Trento negli anni delle Brigate Rosse e fu professore anche di Renato Curcio». Un pensiero, quello di Alberoni, che si potrebbe attualizzare anche ai giorni d'oggi: «Guardiamo a cosa erano i 5Stelle di Beppe Grillo dieci anni fa. Un movimento di arruffoni - spiega Puglisi -, ma che la gente capiva. Oggi sono diventati un partito con dieci correnti».

Il rapporto di Alberoni con la politica lo portò anche a candidarsi con Fratelli d'Italia alle elezioni europee del 2019. Era amico di Silvio Berlusconi e aveva legami anche con Romano Prodi: «Ma non era né comunista né fascista. Era una persona libera».

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