Uno «canale diretto» all'università Iulm che possa dare ascolto alle donne coinvolte in situazioni di violenza. Studentesse, ma anche professoresse o personale tecnico amministrativo possono chiedere aiuto, un consiglio, trovare un sostegno tramite il servizio attivato dall'università. Il primo contatto avviene via telefono, in modo da raccogliere le richieste, per poi passare un colloquio in persona, garantendo sempre l'anonimato e la gratuità. Al Centro Antiviolenza Cerchi d'Acqua che fa parte di D.i.Re (Donne in Rete Contro la Violenza) e della Rete antiviolenza Milano con cui la IULM ha stretto l'accordo lavorano psicologi, consulenti legali e professionisti della formazione in campo economico finanziario che possono fornire un supporto qualificato a donne coinvolte in situazioni di maltrattamenti e abusi, violenza sessuale e psicologica, violenza domestica, stalking, violenza economica, sopraffazione. Il supporto va da colloqui di accoglienza per ricevere informazioni a percorsi di uscita dalla violenza, dal sostegno psicologico individuale a percorsi di psicoterapia, dalla consulenza informativa legale a percorsi di orientamento al lavoro e all'educazione finanziaria. L'iniziativa è stata approvata dal senato accademico e rilanciata ieri in occasione della Giornata contro la violenza, in collaborazione con il Centro Antiviolenza Cerchi d'Acqua. Il canale di ascolto si affianca al già avviato Servizio di Counseling Psicologico, che è un supporto offerto alle studentesse e agli studenti all'interno dell'Ateneo. Molto spesso le donne non chiamano il Numero Anti Violenza e Stalking 1522 perché sottostimano le violenze che stanno subendo e lo ritengono dedicato solo a situazioni estreme. Alcuni segnali, invece, non vanno sottovalutati e necessitano di un supporto concreto ed effettivo. È rivolto invece ai minori vittime di violenza assistita e agli orfani di femminicidio, il progetto promosso dalla Regione: un Protocollo firmato in Prefettura per creare una rete di sostegno che favorisca la collaborazione tra scuole, servizi sociali, organizzazioni no profit e istituzioni per proteggere i bambini. «Con questa intesa ha affermato l'assessore alla famiglia Elena Lucchini garantiremo la necessaria collaborazione tra tutti i soggetti che a vario titolo sono delegati alla presa in carico dei minori per attivare accordi territoriali capaci di offrire un supporto tempestivo e integrato da parte dei servizi specialistici. La nostra Regione conclude Lucchini grazie a una misura sperimentale, attualmente, garantisce l'erogazione di un contributo in favore degli orfani per femminicidio e degli orfani per crimini domestici di età non superiore a ventisei anni. Si tratta di uno stanziamento una tantum, di 5.
000 euro, in favore dei figli delle vittime ma a testimonianza della nostra attenzione nei loro confronti stiamo finanziando anche un'altra sperimentazione per creare un'Osservatorio dedicato agli orfani speciali. Questi piccoli non devono restare invisibili e per questo dobbiamo garantire loro le adeguate tutele».
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