Pier Luigi Gardella
Domenica tornano a Bogliasco i mitici «krapfen» di Romano. Organizzata dal Civ «Il Delfino», lassociazione che raggruppa la maggior parte dei commercianti di Bogliasco, con la collaborazione del neo costituito Comitato per le Feste Patronali del Carmine, dellIstituto Alberghiero Marco Polo e del Comune di Bogliasco, la manifestazione ripropone da oltre dieci anni, la degustazione dei «krapfen» che, negli anni Sessanta e Settanta, resero famosi Romano e Bogliasco.
Romano Zampriolo era un pasticcere, originario del ponente ligure, che sin dagli anni Cinquanta, aveva aperto a Bogliasco un piccolo laboratorio artigiano di pasticceria. Produceva paste certamente buone e confezionate con tutti i crismi della qualità, ma un giorno egli pensò al «krapfen», un dolce non ligure. La tradizione infatti ne attribuisce linvenzione alla cuoca viennese Cecile Krapf che nel XVII secolo confezionava questi dolci con pasta lievitata e poi fritti, ma qualcuno ha scritto che già nel 120 a.C. venivano preparati dolci rotondi a pasta lievitata, cotti nel grasso e spennellati con il miele. Grazie a Romano però i «krafen» sono diventati ben presto un simbolo della pasticceria bogliaschina, accanto al «Pacciugo» di Peruzzi.
Presto, davanti a quel piccolo laboratorio in via Dei Mille, cominciarono a formarsi le code. Prima i ragazzi di Bogliasco, poi, col passa parola, arrivavano gli amici da Genova; in poco tempo i «krapfen» di Romano divennero la moda. Da parecchi anni Romano Zampriolo non cè più, fu vinto dal male ancora in giovane età e morì nel 1984.
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