Krizia ruggisce ancora: «I colleghi? Vi dico che...»

Krizia ruggisce ancora: «I colleghi? Vi dico che...»

«Della mia età non si parla» esordisce Mariuccia Mandelli, in arte Krizia. Ti viene voglia di dirle che sull'argomento non si può sorvolare più di tanto perché lei fa moda ai massimi livelli dal lontano 1957 e i conti son presto fatti. Inoltre vale la pena sottolineare che per i grandi creativi l'età conta fino a un certo punto: Verdi compose lo Stabat Mater a 85 anni e lei proprio recentemente ha aperto con immenso successo una nuova boutique nel Meatpack District di New York, il quartiere più modaiolo della città. Come se questo non bastasse sui taxi di Manhattan che aderiscono al circuito televisivo NBC viene trasmesso un video istituzionale che comincia con le parole «she's back»… Lei è tornata alla grande sul mercato americano e sta lavorando come una pazza per la collezione donna del prossimo inverno che sfilerà a Milano giovedì 23 febbraio. In un Paese come l'Italia dove abbondano i baby pensionati e ci si strappa le vesti per il recente aumento dell'età pensionabile, Mariuccia Mandelli in arte Krizia è un caso più unico che raro.
Dove trova tanta energia?
«A dire il vero non lo so, ma di sicuro ho sempre pensato che non sarei mai andata in pensione, mi sembra una noia terribile. Anzi, vorrei avere di nuovo vent'anni perché potrei fare molto più di quel che faccio. So benissimo che voler fare tutto da soli è un'idea malsana: ti freghi la vita con le tue mani. D'altro canto a me piace la libertà, non sto a sentire nessuno, voglio fare di testa mia».
Dopo tanti anni di moda pensa ci sia ancora qualcosa di nuovo da fare?
«Ovvio, senno non sarei qui. Penso sia il momento di fare cose carine e firmate a prezzi più ragionevoli. Basta scegliere tessuti meno costosi e sperimentare cuciture più moderne dei punti fatti a mano. Bisogna comunque continuare a produrre in Italia perché su questo non si transige. Sono molto fiera di non aver mai tradito il mio Paese spostando la produzione dove la mano d'opera costa meno e gli standard qualitativi vanno di conseguenza».
Secondo lei l'Italia ha fatto e fa abbastanza per sostenere l'industria della moda?
«Sono molto contenta di non dover dire grazie a nessuno per cui va bene così. Del resto mi sembra che ci sia una distanza incolmabile tra il Paese reale e quello ipotizzato dalla politica. In compenso, però, penso che il popolo italiano sia di altissima qualità. Qui c'è una percezione del potere molto più libera e democratica che altrove».
Dove per esempio?
«Mi occupo di moda, non di politica estera. Perché non parliamo di stile, stilismo o stilisti?».
Chi le piace tra i giovani designer?
«Giambattista Valli e Stella McCartney».
Valli è stato suo assistente e a volte dice «Con Krizia ho fatto il Vietnam». Lo sapeva?
«Sì e mi diverte moltissimo l'idea anche perché siamo in ottimi rapporti: mi manda sempre gli inviti alle sue sfilate e gli auguri di Natale. Posso rispondergli che intanto ha imparato: è bravo, creativo e ha fatto tutto da solo».
Degli altri colleghi cosa pensa?
«Mi è molto simpatico Lagerfeld, adoro i Missoni di cui sono amica da una vita, mi sorprende sempre l'inavvicinabilità di Giorgio (Armani, ndr), trovo insopportabili i Dolce&Gabbana e non capisco se Donatella (Versace, ndr) fa la diva o è solo timida».
Lei è davvero una tigre o la disegnano così?
«Macchè, io mi sento un agnellino a dir la verità».
Però nelle sue collezioni c'è sempre l'immagine di un animale e spesso si tratta di belve. Come mai?
«Credo che stavolta ci siano anche le galline.

Gli animali sono tutti belli, per questo mi piace rappresentarli sui vestiti delle donne. Orsi, tigri e pantere sono altrettanti simboli di quella eleganza libera e naturale per cui lavoro da tutta la vita. Per favore non scriva quanti anni ho, altrimenti la sbrano».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica