L’abuso Corse clandestine di cavalli, oscurati 26 video sul web

L’hanno chiamata «Febbre da cavallo». Ed è così che, con un’operazione unica nel suo genere in Italia, la polizia postale ha oscurato oltre 20 siti internet di corse clandestine di cavalli. Gli agenti sono entrati in azione dopo aver ricevuto una denuncia da parte della Lav: venivano segnalati 26 filmati di corse clandestine svolte in diverse province del Sud e in particolare a Reggio Calabria. I filmati erano su un provider americano e sono stati oscurati su disposizione della Procura di Reggio Calabria.
Alcune registrazioni avevano addirittura la colonna sonora di canzoni neomelodiche dedicate ai cavalli e alle corse clandestine ed erano corredate da bacheche per commenti, apologie delle gare clandestine, lanci di sfide, appuntamenti per organizzare corse. Le immagini mostravano corse di cavalli su strada anche in città, con la partecipazione di numerose persone e, in alcuni casi, il continuo frustare dei cavalli. Un filmato girato in una stalla documentava un cavallo legato e strattonato ripetutamente. «Una corsa su strada - spiega Ciro Troiano della Lav - espone gli animali al rischio di lesioni fisiche dovute al tracciato non in regola, all’assenza di accorgimenti tecnici, al pericolo di scivolare, alle sollecitazioni che subiscono i legamenti quando si corre su pista non battuta, alla mancanza di paratie laterali a protezione dei cavalli, all’uso smodato del frustino.

Perciò abbiamo presentato una denuncia con l’ipotesi concorso di più persone nella realizzazione e istigazione dei reati di maltrattamento di animali e organizzazione di competizioni e manifestazioni non autorizzate di animali».

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