Il mondo della cucina è da sempre un mondo nel quale da parte degli italiani si è cercato il massimo della pulizia e dell'ordine. E fu il dopoguerra a dare una mano in questo senso, con l'arrivo della Formica, il primo laminato plastico proveniente dall'America che abbinato a sottili strutture tubolari cromate, diede vita alla «cucina all'americana». Chi non ricorda di quel periodo le cucine «Fly», vero simbolo di successo e di aggiornamento verso un arredo modernissimo? A vedere oggi quei modelli fa spicco l'esilità del tutto, la capienza ridottissima e la colorazione rossa, bianca o panna che andava poi a legarsi con una bella sospensione arancio, coordinata con il tendaggio.
Le piastrelle e i rivestimenti erano sempre gli stessi, e le porte con il loro bel vetro centrale. I laminati di oggi sono un altro pianeta, per consistenza, per resistenza a graffi e calore, per il poter ripetere ogni essenza di legno, ogni colore, anche gli alluminii e i metalli. Ma la vera rivoluzione della cucina moderna sta nell'acciaio. Considerato una volta cosa da ricoprire, frigo e cucine a gas erano per lo meno smaltate, è esploso insieme allo sviluppo degli elettrodomestici e del loro impiego, vero simbolo di resistenza, eleganza e lusso. Ecco allora cornici, bordi, piani di lavoro, antine e quant'altro realizzarsi con questo materiale, che poi si allarga alle sedie, agli sgabelli, alle lampade.
C'è poi un particolare da sottolineare, ed è quello che oggi l'acciaio è anche prodotto in qualità che non lasciano l'impronta dei polpastrelli o delle mani.
(hanno collaborato:
Michela Orefice e Albino Boffi)
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