L’Unione con quattro articoli arresta la riforma del Polo

Mastella blocca l’entrata in vigore dei provvedimenti voluti da Castelli. Avvocati in rivolta, Anm perplessa

Marianna Bartoccelli

da Roma

Quattro articoli di legge per congelare la riforma Castelli che con tre decreti di legge sta per entrare in vigore. Verranno presentati oggi al consiglio dei ministri dal neo ministro Clemente Mastella. E serviranno a sospendere gli effetti delle leggi approvate dal precedente governo sino a marzo 2007. Intanto però entreranno in vigore le nuove norme sulla riorganizzazione delle procure e sugli illeciti disciplinari dei magistrati. Il che non fa escludere che verranno presentati in aula emendamenti al ddl «stop Castelli».
Insomma il nuovo ministro di Giustizia attua subito quello che aveva minacciato: stoppare le leggi approvate negli anni passati e riavviare la macchina delle riforme sulla giustizia. Tra gli effetti di questo stop ci sarà quello di bloccare l’avanzamento in carriera dei magistrati e il meccanismo di separazione delle funzioni tra giudici e pm. Immediate le polemiche tra gli operatori di giustizia. Il via lo dà la presidente dell’Organismo unitario dell’avvocatura (Oua) Michelina Grillo che si augura che non venga azzerato tutto il lavoro fatto nella scorsa legislatura. E nel corso di un incontro con il ministro ribadisce «la necessità di procedere a riforme condivise, frutto anche dei contributi di avvocati, magistrati e mondo accademico. Le riforme calate dall’alto sono destinate a fallire».
In cima alla lista delle priorità l’Oua ha indicato la riforma dell'ordinamento professionale: «Deve essere assolutamente realizzata nel corso di questa legislatura. Ma prima ancora va garantito il ritorno allo Stato della competenza in materia. Anche nel caso in cui il referendum non dovesse confermare la riforma costituzionale, che questo ha deciso». Sull’altro fronte i magistrati si dicono «molto preoccupati» sulla riforma e non è escluso che l'Anm decida di ricorrere a nuove proteste. «Valuteremo nei prossimi giorni cosa fare - spiega il presidente dell’Anm Giuseppe Gennaro -. Sicuramente ci sarà uno stato di agitazione. Poi vedremo».
Pone il problema di altre priorità da affrontare il responsabile giustizia dei Ds, Massimo Brutti: «Risorse dimezzate, personale ridotto all’osso, mezzi e attrezzature obsolete. Sono anni che denunciamo il collasso delle strutture. Per cominciare a risolvere i problemi, bisogna riavviare i programmi informatizzazione e l’adeguamento dei sistemi». La pensa diversamente Giuseppe Gargani eurodeputato di Fi che sostiene che «i mali della Giustizia non sono certo la mancanza di carta e fotocopiatrici, ma la lentezza dei processi».

«A questa storia che manca la carta non ho mai creduto - aggiunge l'eurodeputato - e se salta un foglio di un’ordinanza la colpa non è della macchina, ma dell’errore umano di chi non ha controllato bene la documentazione. Temo che anche in questo campo, come in altri, vengano tirate fuori strumentalmente delle situazioni negative per colpire il precedente governo, mentre ci troviamo in presenza di mali cronici».

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