Le teorie del complotto possono avere conseguenze significative. Possono erodere la fiducia nelle istituzioni democratiche, polarizzare la società e, in alcuni casi, portare a comportamenti violenti. Prendiamo il caso di Donald Trump. Il candidato alle presidenziali, negli Stati Uniti, è al centro di svariate teorie. La teoria QAnon prevede che Trump sia l'ultimo ostacolo alla definitiva presa del potere da parte di una élite dedita a pratiche di cannibalismo e a riti satanici. Sarebbero implicati nomi di primo piano, soprattutto i Clinton ma anche Obama. D'altro canto, c'è chi è convinto del contrario: sarebbe Trump a voler sopprimere la democrazia e portare al potere gli esclusi di sempre, i «bifolchi», ovvero il proletariato bianco che ha pagato a duro prezzo la globalizzazione e l'immigrazione. La prova sarebbe l'assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 in seguito alla sconfitta di Trump contro Joe Biden. Il risultato di tanta polarizzazione è un proiettile male indirizzato, che probabilmente ha decretato la già probabile vittoria di Donald. Ma l'attentato stesso, in questi giorni, è diventato fonte di altro complottismo: come mai il killer ha agito indisturbato? A chi giova realmente questo atto di violenza? Trump avrà sacrificato il lobo di un orecchio pur di potersi presentare agli elettori come un martire e un eroe: «Un lobo per la mia presidenza!».
Per questo motivo, abbiamo deciso di dedicare un numero speciale al complottismo, declinato in modi diversi, dalla graphic novel alla letteratura fino alla Storia. Già, la Storia. C'è chi è convinto di un fatto: di complotto in complotto arriveremo a una Guerra civile negli Usa.
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