Il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero non le ha mandate a dire al ministro del Welfare Maurizio Sacconi. "L’unica organizzazione che impedisce allo Stato di esercitare la sua sovranità su tutto il territorio nazionale è la mafia. E la cosa fatta dal ministro Sacconi permette ai datori di lavoro di comportarsi nello stesso modo. Sacconi si comporta come i boss mafiosi", ha dichiarato Ferrero alla Zanzara su Radio 24.
Il tema in questione è la riforma sul lavoro, in particolare quell'articolo 8 che consente intese aziendali in deroga alle leggi nazionali e che per i detrattori prevederebbe invece licenziamenti facili. "Sacconi combina solo porcherie e in questo caso si consente che dove c’è un’intesa sindacale si possa derogare a leggi dello Stato. L’unica realtà in cui avviene una cosa simile è dove comanda la mafia, che ha messo le sue leggi. Sacconi distrugge la sovranità dello Stato, che serve a garantire i diritti dei più deboli", ha continuato Ferrero, le cui dichiarazioni hanno suscitato reazioni e polemiche.
"Qualcuno ha accusato il ministro Sacconi di aver esagerato sul rischio violenza. In effetti ha esagerato. In ottimismo. Le parole del comunista Ferrero fanno capire infatti che le cose peggiorano. Le sue offese a Sacconi sono gravi e inaccettabili. E così che si crea un clima invivibile", denuncia in una nota il presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri.
Ma a Ferrero ha risposto anche il diretto interessato. "Apprendo allibito di una dichiarazione dell’onorevole Ferrero, resa peraltro alla radio del gruppo editoriale di Confindustria che nella foga antigovernativa sembra da un po' di tempo raccogliere un po' di tutto.
La ripropongo affinché ciascuno possa giudicare questa inaudita violenza verbale che esaminerò anche sotto il profilo delle eventuali responsabilità di chi l’ha prodotta", ha affermato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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