Il lavoro precario diventa un film

C'è un santo, «San Precario», al quale rivolgere le proprie preghiere perché interceda per un «tempo indeterminato». Ci sono centinaia di siti internet, «Precariare stanca», «Sos precari», «Anagrafe precari», punti di ritrovo del web per lavoratori che in comune hanno contratti che scadono come lo yogurt. Adesso, c'è anche un film: «Non ancora», la prima fatica della giovane regista Giada Campus. La vita di giovani precari dell'entroterra ligure riflette e porta sullo schermo il mondo sommerso, silenzio di tanti - tutti - i giovani precari italiani. «Trovato lavoro?». «Non Ancora».
Tra bilanci famigliari che non quadrano, impieghi momentanei, Alba e Sergio, i protagonisti del film, sono stretti tra le loro aspirazioni professionali (giornalista lei, ricercatore universitario lui) e l'esigenza di sbarcare il lunario. A fare da sfondo alle loro vicende personali, scioperi, licenziamenti, disoccupazione e tutto un substrato che si muove nell'ombra, voci e idee che si incontrano e si scontrano nell'immancabile bar del paese. Nessun lieto fine, nessun capolinea vittorioso. Solo l'amarezza di un futuro ancora indefinito, di scelte difficili, che però non serviranno a cambiare veramente le cose. Sessanta minuti di pellicola in tutto (film e documentario) in cui gli «eroi» non sono altro che i ragazzi di oggi, i trentenni degli anni 2000.
Una generazione fatta di disoccupati e lavoratori temporanei «che ogni giorno lavorano senza orario e per quattro soldi - spiega Giada Campus, regista esordiente -. Mancanza di professionalità, lavoro nero, assenza di reddito certo e di prospettive future. Questo è quello che abbiamo cercato di raccontare nel film, nel quale c'è molto, moltissimo della mia esperienza e di quella dei colleghi con cui lavoro ogni giorno».
Trentacinque persone tra attori e comparse - precari, ovviamente -, 25 operatori, otto giorni di riprese tra Busalla e Celle Ligure e 10 mesi di lavoro in post produzione per realizzare il mediometraggio e il documentario prodotti da «Progetto Cine indipendente» sono stati presentati in anteprima nazionale la sera del 24 agosto alla «Mostra internazionale del cinema indipendente» che si è svolta a Celle Ligure fino al 26 agosto. Il film sarà presentato inoltre al congresso nazionale della Fnsi, la Federazione della stampa italiana, a fine novembre.
«C'è un problema reale - spiega Marcello Zinola, segretario dell'Associazione ligure dei Giornalisti, che ha collaborato alla realizzazione del film - ed è quello di dare un futuro e dare garanzie e solidarietà reale a chi è precario». «Non ancora», di scottante attualità, punta il dito in primis contro il mondo dei media. Tv, carta stampata, comunicazione: essere precari è una regola. Anzi, è La regola. L'eccezione è il posto fisso.

«I mille giorni di lotte, per ora con esiti limitati, per il rinnovo del contratto dei giornalisti, hanno avuto il tema del precariato come elementi centrali del dibattito - prosegue Zinola -. E la Liguria non sfugge a questa realtà».

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