Roma - Niente da fare. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso del Pdl sulla mancata accettazione della lista provinciale di Roma. Il Tar ha detto no alla richiesta avanzata dal Pdl di sospendere il provvedimento della Corte d’Appello di Roma con il quale era stata esclusa la lista per la Provincia di Roma dalle prossime elezioni Regionali. La seconda sezione bis del tribunale ha respinto quindi il ricorso contro l’esclusione spiegando in un’ordinanza che la documentazione non era stata presentata nei tempi utili. Venerdì il Consiglio dei ministri ha varato d’urgenza un decreto che ha consentito al Pdl di presentare la sua lista alla Corte di appello di Roma.
Possibile riapertura I giudici hanno rinviato al 6 maggio l’udienza per discutere il merito del ricorso, spiegando che l’eventuale rinvio alla Corte Costituzionale sulla legittimità del decreto "salvaliste" sarà deciso in quella sede. Il ricorso, in sostanza, non è stato dunque respinto ma, allo stesso tempo, le toghe hanno deciso di non riammettere in via cautelativa la lista. La lista potrebbe comunque essere ammessa grazie al nuovo iter avviato oggi all’ufficio elettorale del tribunale, al quale è stata consegnata ex novo la documentazione.
Motivazioni I giudici della seconda sezione bis del Tar del Lazio, presieduti da Eduardo Pugliese, nell’ordinanza con la quale hanno respinto la richiesta di sospensiva da parte del Pdl, hanno considerato che "non c'è certezza né prova che il delegato del Pdl all’atto della presentazione della lista avesse con sé tutta la documentazione". Per i giudiciil decreto "salvaliste" non "può trovare applicazione perché la Regione Lazio ha dettato proprie disposizioni in tema elettorale esercitando le competenze date dalla Costituzione. A seguito dell’esercizio della potestà legislativa regionale la potestà statale non può trovare applicazione nel presente giudizio" concludono i giudici.
Il Pdl al Consiglio di Stato "C’è una legge dello Stato che è in vigore e che il Tar non può dichiarare incostituzionale. Faremo ricorso al Consiglio di Stato contro questa decisione del Tar" ha detto l’avvocato Ignazio Abrignani, responsabile elettorale Pdl. "C’è una legge dello Stato che è in vigore e che il Tar non può dichiarare incostituzionale. Quindi l’esame della lista che abbiamo presentato oggi all’ufficio circoscrizionale elettorale va avanti. Il procedimento al Tar e quello all’ufficio elettorale vanno avanti su binari paralleli".
Il Pd: "Con nuova lista altro ricorso" "La lista provinciale del Pdl al momento è esclusa. La presentazione della lista oggi è avvenuta in maniera illegittima perché c’è una legge elettorale che regolamenta la materia ed è per questo che il decreto non si applica al Lazio". Così Federico Vecchio, legale Pd, ha commentato il pronunciamento del Tar. Vecchio si riferisce al decreto legge giudicato "non ammissibile" dal Tar ai fini dell’accoglimento del ricorso. "Se l’ufficio elettorale dovesse accettare la nuova lista" ha aggiunto l’avvocato riferendosi alla consegna avvenuta oggi all’ufficio centrale del tribunale di Roma, "noi ricorreremo di nuovo al Tar che, a quel punto, non potrà smentirsi nel giro di 24 ore".
Il Pdl ripresenta la lista È stato consegnato il plico recante la documentazione inerente l’iscrizione della lista provinciale del Pdl di Roma alle prossime Regionali. A consegnarlo è stato il coordinatore del Pdl del Lazio, Vincenzo Piso, insieme al vicecoordinatore Alfredo Pallone e al responsabile elettorale del Pdl, Ignazio Abrignani. Da questo la commissione elettorale ha 24 ore di tempo per verificare la documentazione. Ora i delegati del centrodestra sono in attesa di acquisire una ricevuta per concludere il lavoro. Abbrignani, responsabile elettorale del Pdl a livello nazionale, ha spiegato: "Oggi abbiamo finito qui. Sto depositando un ulteriore documento all’attenzione della presidenza della commissione. Siamo ora in attesa della decisione del Tar che arriverà in serata e siamo fiduciosi". Piso, responsabile regionale del Pdl, ha aggiunto: "La situazione potrebbe dirsi risolta, a favore di quanto fatto finora ci sono plurimi elementi per dire che il Pdl doveva essere accettato già in precedenza".
Maroni e il rinvio del voto Fare in fretta per evitare rinvii del voto. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, auspica una rapida conclusione nelle aule dei tribunali del caso liste "per evitare di dover rinviare le elezioni. L’Italia è un Paese in cui ricorsi e controricorsi non si negano a nessuno. Speriamo solo, è l’auspicio che faccio, che tutta questa situazione di incertezza - ha detto il responsabile del Viminale - finisca nel più breve tempo possibile per evitare di rinviare le elezioni". E poi sugli scenari possibili nel Lazio è laconico: "Se il Tar decide che la lista è fuori, quella lista resta fuori nonostante il nostro decreto". Maroni spiega che nel dl "salva-liste", il governo avrebbe potuto riaprire i termini per la presentazione delle liste: "Abbiamo invece conservato i termini e abbiamo detto ai giudici di decidere loro sulla base di come la legge è stata interpretata dal governo. Mi auguro che entro pochissimi giorni il quadro sia completo, in modo da poter svolgere quel che resta della campagna elettorale e, serenamente, farla svolgere a chi ha diritto di farla".
Il Piemonte ricorre alla Consulta La giunta della Regione Piemonte ha deliberato nella seduta di questa mattina di ricorrere alla Corte Costituzionale contro il decreto legge interpretativo delle norme elettorali adottato dal Governo nei giorni scorsi. La materia è stata affidata all’assessore al legale e agli uffici competenti. Motivazione del ricorso: la norma interpretativa, pur applicabile attualmente solo al Lazio e alla Lombardia, potrebbe in futuro essere applicabile anche in Piemonte, dove vige una legge elettorale approvata dal Consiglio Regionale. Di qui l’impugnazione per conflitto di attribuzioni: la Regione Piemonte non ritiene che il Governo abbia la facoltà di intervenire in materie normate da leggi regionali.Il Pd presenta la diffida Il Pd di Roma ha presentato alla commissione dell’ufficio centrale elettorale del tribunale un atto di significazione, ovvero una diffida, ad ammettere alla competizione regionale di fine marzo la lista che il Pdl ha intenzione di depositare oggi dopo la mancata presentazione del 27 febbraio. "Nell’atto evidenziamo come nessun deposito sia ammissibile perché nel Lazio si applica la legge che regola il procedimento elettorale e non è interessata dal decreto del governo - spiega il legale Gianluigi Pellegrino - anche se il decreto si applicasse, il Pdl non ha i presupposti per rientrare in quanto previsto dal provvedimento".
Bonino: "Forse mi ritiro" "Io ci sto veramente pensando se valga la pena di giocare con i bari", ha ribadito la Bonino. "In tutta Italia se si arriva a tali atti di arroganza stiamo attenti. Io dico dell’angoscia vera che mi attanaglia di fondo - ha proseguito la candidata del centrosinistra - so bene che mi si dirà è il male minore, che così fan tutti, che è sempre stato, ma io mi chiedo se a volte non sia il momento in cui uno dice: con i bari io non gioco, non lo so". La Bonino ha ribadito di avere l’impressione che "chi ha avuto il coraggio di fare questo Dl non so cosa possa riservarci".
A proposito di un suo eventuale ritiro dalla competizione elettorale la candidata ha aggiunto che "non è una decisione che prendo da sola, abbiamo convocato una grande assemblea martedì però vorrei che tutti i cittadini si ponesse questo problema. Io mi aspetto di tutto, certamente prima delle elezioni mi pare difficile che il Dl venga convertito, resta quindi aperta come arma successiva ed è bene saperlo, le trappole bisogna conoscerle prima".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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