Rifiuto categorico di qualsiasi intervento militare in Libia e, nello stesso tempo, estremo allarme per una situazione definita «catastrofica». É questa la posizione emersa nella riunione dei ministri degli Esteri della Lega araba, tenuta oggi al Cairo. «La situazione in Libia è catastrofica e non dovremmo accettarla», ammonisce il segretario generale, Amr Moussa, inaugurando la seduta, «la vita degli arabi ha un valore». Poco prima il capo dello staff di Moussa, Hasham Youssef, aveva reso noto che «il Consiglio della Lega araba adotterà una risoluzione per sottolineare il suo rifiuto di qualunque intervento militare straniero in Libia». Una posizione illustrata con chiarezza dal ministro degli Esteri iracheno, Hoshiyar Zebari per il quale la crisi libica è una «questione interna».
Zebari, che ha chiesto un minuto di silenzio in memoria delle vittime delle rivolte maghrebine, ha espresso anche l'auspicio che «il popolo libico superi queste difficili momenti e che le autorità libiche assumano decisioni coraggiose per fermare lo spargimento di sangue e rispettare le legittime aspirazioni e i diritti del loro popolo di vivere in una nazione libera e democratica». Nel frattempo il vertice annuale della Lega araba, previsto per il 29 marzo a Baghdad, è stato rinviato a fine maggio a causa del terremoto che sta sconvolgendo il mondo arabo. A rivelarlo sono fonti diplomatiche dal Cairo, secondo cui la decisione è stata presa a porte chiuse nella riunione dei ministri degli Esteri nella capitale egiziana.
Il monito della Lega Araba arriva nel giorno in cui si tiene a Bruxelles una riunione degli ambasciatori dei 28 paesi della Nato, in programma da tempo, in cui sarà discussa la situazione libica. In particolare si dovrebbe discutere della possibilità di imporre una zona di interdizione di volo sullo spazio aereo libico. Un'operazione complessa che suscita la perplessità di molti. Nel frattempo due unità della Marina statunitense «Uss Kearsarge» e «Uss Ponce», dirette verso la Libia, sono entrate questa mattina all'alba nel Canale di Suez e si dirigono verso il Mediterraneo. La Us Navy ha inviato altre unità per scortarle verso la Libia, dove dovrebbero venire impiegate in missioni di soccorso umanitario.
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