Da domani, il leghista Roberto Ciambetti brillerà per l'eternità nel firmamento. Ma non della politica, benché la sua presenza nella giunta del Veneto gli conferisca un indubbio peso politico, bensì proprio in quello della volta celeste. Da lunedì infatti l'asteroide 24087 lascerà quell'anonima e arida cifra per prendere il suo nome.
Gli astrofili hanno infatti battezzato il corpo celeste scoperto il 27 ottobre 1999, con il nome dell'assessore «per l'impegno profuso quando, nelle veste di consigliere, insieme ad altri colleghi si è particolarmente adoperato per l'aggiornamento della normativa regionale in materia di inquinamento luminoso». Un riconoscimento finora toccato solo a un altro veneto, lo scrittore vicentino Mario Rigoni Stern.
Lo scorso agosto infatti Ciambetti quando era ancora semplice consigliere aveva fatto approvare una legge «per il contenimento dell'inquinamento luminoso, il risparmio energetico e la tutela dell'ambiente e dell'attività degli osservatori astronomici». La norma imponeva a Comuni e Province di aggiornare l'intero sistema di illuminazione pubblica con lampioni meglio orientati e dotati di lampadine a basso consumo energetico
Nato il 3 luglio 1965 a Sandrigo in provincia di Vicenza, il «geometra Ciambetti» ha fatto una lunga gavetta prima come consigliere comunale del suo paese, dal '95, poi assessore provinciale a Vicenza, dal 2000, quindi segretario provinciale della Lega Nord dal 2003 al 2007. In consiglio regionale dal 2005, si è occupato in particolare di tematiche ambientali, come dimostra l'approvazione della «sua» legge. Dopo le ultime elezioni è stato non solo confermato ma anche «promosso» assessore a Bilancio, anche se per il momento il suo nome resta legato alla legge promossa l'anno scorso dove spiegava come «A causa dell'eccesso d'illuminazione anche nel Veneto diventa sempre più difficile trovare luoghi dove l'oscurità sia tale da permettere un'adeguata visione della volta celeste. In luoghi bui le stelle normalmente visibili a occhio nudo sarebbero circa 3.000 mentre nelle zone urbane è ormai possibile ammirare solo poche centinaia di astri. Il diffondersi incontrollato dell'inquinamento luminoso costituisce uno spreco energetico, un'alterazione dell'ecosistema e un impedimento dell'osservazione del cielo. Alcuni studi hanno evidenziato i disturbi alla fauna e alla flora dovuti alla rottura dell'equilibrio luce/buio o giorno/notte nelle zone troppo illuminate. Intuibile il danno per gli uccelli migratori, i quali usano le stelle per orientarsi nel volo notturno».
Una sensibilità ambientale che gli ha valso la gratitudine della comunità astronomica a partire dal Minor Planet Center, centro ricerche dell'università americana di Harvard. E ora arriva anche il riconoscimento, promosso dall'associazione Veneto Stellato, consegnato ufficialmente domani a Palazzo Balbi.
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