"Legislatura dell'autonomia". La "visione 2030" di Fontana

Majorino (Pd): "Daremo battaglia. Subito una legge di iniziativa popolare per rafforzare la sanità pubblica"

"Legislatura dell'autonomia". La "visione 2030" di Fontana

È solo quando si avvia alla conclusione che Attilio Fontana pronuncia per la prima volta la parola «autonomia». La piazza lì, al 34º minuto del suo discorso, sapientemente in fondo per essere messa in cima, come un affondo «sul più importante dei nostri impegni: fare di questa XII Legislatura la Legislatura dell'Autonomia». La lascia alla fine per dire che tutto quello di cui ha parlato prima, tutto il programma del suo governo illustrato in poco più di una mezz'ora appunto, ieri mattina davanti al Consiglio regionale, starà su questa «strada maestra», su cui molti «passi importanti sono stati compiuti ma adesso si entra nel vivo e noi saremo presenti sui tavoli romani con tutta la forza del mandato che il sistema lombardo ci ha dato». Una forza data dalla «vittoria di una squadra».

Ma una forza che per il presidente «significa avere a cuore anche i cittadini che non hanno votato per me e quelli che non sono andati a votare. Perché questa disaffezione deve diventare uno stimolo a fare ogni giorno di più per riavvicinare i cittadini all'istituzione». Quindi come «un buon sindaco» e «con spirito di servizio», ha illustrato la sua «Visione 2030». Quella di una «Lombardia connessa» con lo «sviluppo della connettività digitale, inclusiva e ad alta velocità», dove ci sia un «potenziamento della mobilità veloce tra i centri urbani e i diversi territori della nostra Regione».

Come una «grande Smartland», «dove i problemi e le sfide sono di tutti. E - ha puntualizzato il governatore - anche Milano, che rappresenta la punta di eccellenza, da sola non ce la fa. Non ci si salva da soli». Il messaggio non è in codice... Una Lombardia dove sarà la sanità ad andare incontro ai cittadini e non viceversa, con un piano di investimenti di oltre 4 miliardi per gli ospedali che «saranno un riferimento per la sanità moderna», con la riduzione delle liste d'attesa «su cui siamo già fortemente ingaggiati» e la riorganizzazione dei pronto soccorso. Ma anche con maggiore attenzione alla sicurezza con un «potenziamento della polizia locale, dei sistemi di sicurezza integrata e l'incremento dei progetti di lotta alla criminalità».

Ha parlato di formazione, scuola, sostegno alle imprese, sport (per le Olimpiadi ma non solo), sostenibilità, siccità («servono scelte urgenti e strategiche»), cultura. E ovviamente sotto, dietro, a sostegno, il bilancio. «Il tema - dice - è spendere in modo efficace ed efficiente le tante risorse oggi a disposizione, a partire dai fondi europei, sia quelli del Pnrr». Con un «ma». «Noi ci candidiamo a spendere anche le risorse che altri non riescono a spendere, partendo da una constatazione: aver messo le Regioni ai margini della definizione e realizzazione del Pnrr si sta rivelando una scelta che rischia di non far centrare tutti gli obiettivi». Per concludere «al lavoro con l'orgoglio di fare». Applausi a destra.

Poi è il tempo (contingentato a seconda del peso politico in aula) del dibattito. Al Pd spetta una manciata di minuti inaugurati dal capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino, che punta il dito contro Fontana «che ha colpevolmente rimosso alcune grandi questioni sulla Lombardia che meritano una risposta nel segno della discontinuità».

E annuncia: «Noi daremo battaglia proprio per costringere la Regione a cambiare rotta» a partire dalla «presentazione di una legge a iniziativa popolare a sostegno di un rilancio della sanità pubblica, della medicina territoriale, per l'assistenza domiciliare alla persone che vivono da sole e vanno curate a casa» e la creazione di un comitato del diritto alla salute. Applausi. Questa volta a sinistra. Seguono 24 interventi. L'ultima parola è di Fontana: «Ascolterò le opposizioni senza pregiudizi».

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